Sarà un’altra vigilia di cenere lavica, così come nel 2019. L’Etna infatti, continua ad intensificare la sua attività esplosiva dal cratere di Sud-Est con emissione di cenere, che arriva principalmente dalla sua “bocca” orientale.
Gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo di Catania, ne hanno iniziato a monitorare l’attività dalle 08.30 di stamattina, appurandone come l’ampiezza media del tremore dei condotti magmatici interni del vulcanico attivo più alto d’Europa non ha mostrato variazioni significative, ma soltanto deboli oscillazioni, mantenendosi nell’intervallo di dati medi.
Le localizzazioni di queste sorgenti ricadono nell’area del cratere di Sud-Est, mentre permane stazionaria una modesta attività localizzata al cratere di Nord-Est. Le reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo non mostrano deformazioni significative sui segnali Gps e clinometrici.
L’Ingv-Oe ritiene “degno di nota l’incremento dell’ampiezza dei singoli transienti, che dal pomeriggio-sera di ieri presentano valori molto elevati”.