Nove persone sono state arrestate dalla polizia a Catania nell’ambito di un’operazione denominata “Drug stable”, coordinata dalla Dda, contro un presunto gruppo criminale accusato di essere dedito al traffico di sostanze stupefacenti. Otto sono state portate in carcere e una posta ai domiciliari.
Tra i destinatari del provvedimento restrittivo emesso dal Gip, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia etnea, anche i presunti responsabili di un tentato duplice omicidio commesso nel popolare rione Librino nel maggio del 2019.
Il movente, ha ricostruito la Procura distrettuale, sarebbe stato legato alla gestione delle piazze di spaccio. Durante le indagini, la squadra mobile della Questura di Catania ha sequestrato armi e droga.
Le otto persone arrestate e portate in carcere dalla polizia di Catania sono: Antonino Battaglia, di 31 anni, l’albanese Beshir ‘Leo’ Doraci, di 35, Fabio Magrì, di 42, Ivan Francesco Manuli, di 21, Michael ‘Naicolino’ Nicotra, di 28, Luigi Piano, di 27, Filippo ‘Chicco’ Scordino, di 32, e suo fratello Giuliano Giovanni, di 25. Agli arresti domiciliari è stata posta Antonella Napoli, di 34 anni./p>
Una banda che riforniva alcune delle più grandi ‘piazze di spaccio’ di Catania, smerciando una media di 150 chilogrammi di marijuana al mese grazie ai carichi di 70-80 kg di droga che riceveva da trafficanti albanesi che operavano in Puglia e da anni stabilmente organici al gruppo criminale.
Un’associazione organizzata e agguerrita, che aveva in uso armi e che non amava “sconfinamenti” nella sua area di spaccio.
Come è avvenuto l’11 maggio del 2019 nel popoloso rione di Librino, quando, ricostruisce la squadra mobile, due “invasori” a bordo di altrettanti scooter sono stati feriti con colpi di arma da fuoco. Un duplice tentativo di omicidio che oggi la Procura inquadra a un presunto ‘sconfinamento’ nella loro zona di Librino da parte delle vittime e che contesta a Antonino Battaglia, di 31 anni, e a Michael Nicotra, di 28, in qualità di esecutori materiali.
A fornire alcune delle armi sarebbe stato Giuliano Giovanni Scordino, di 25 anni. Durante le prime indagini la polizia trovò tre pistole mitragliatrici, un fucile d’assalto, caricatori e munizioni. Per questo sequestro furono fermati Antonino Scordino, di 56 anni, padre di Giuliano e di Filippo, quest’ultimo ritenuto ai vertici del gruppo assieme a Nicotra. In quell’occasione nella sua casa furono rinvenute altre armi, munizioni e 8.460 euro, 2.000 dei quali falsificati. per questo furono arrestati anche la moglie e la nuora dell’uomo, Giuseppina Patrizia Aleo e Maria Giorgia Rungo, di 52 e 24 anni. Su questa sparatoria si è innescata l’indagine sul gruppo di trafficanti e spacciatori, nell’ambito delle quale, in più operazioni, sono state sequestrati, complessivamente oltre 316 chilogrammi di marijuana