Alle volte la realtà supera la fantasia. Con l’Operazione Sipario è accaduto proprio questo: le voci in strada, le tante illazioni sulla possibile corruzione e concussione di alcune forze dell’Ordine, d’accordi segreti per evitare sanzioni, multe o semplicemente chiudere un occhio su tanti illeciti sembrerebbe aver trovato una solida base di verità. Il Comune di Catania ha deciso di costituirsi parte civile anche contro i pubblici impiegati, teoricamente controllati proprio dall’Amministrazione.
Nel dettaglio il Comune si costituirà parte civile anche nel processo ai pubblici impiegati coinvolti nell’Operazione Sipario e di quanti, a vario titolo, verranno chiamati rispondere di reati di mafia o contro la pubblica amministrazione, anche per l’ipotizzabile grave danno perpetrato ai danni dell’Ente comunale. In ogni caso l’Amministrazione sembrerebbe essere (inspiegabilmente) all’oscuro di tutto ciò che è accaduto, senza nemmeno aver avuto mai il sentore di un possibile illecito.
Il Comune ha dichiarato d’aver proceduto sin da subito agli accertamenti interni, approntando le misure cautelari idonee a garantire da interferenze l’azione amministrativa del Comune, sia sospendendo immediatamente dal servizio i due vigili urbani arrestati che attivando le opportune verifiche, per prevenire fenomeni corruttivi che interessano le condotte dei propri dipendenti.
Pur essendo la prima a dover vigilare e non essersi accorta di nulla, l’Amministrazione comunale ribadisce ogni piena disponibilità e collaborazione con gli organi competenti per fronteggiare ogni forma di malcostume amministrativo a qualunque titolo esercitato, a maggior ragione se sfocia in reati, condotte dei singoli per cui il Comune auspica ed è parte attiva per la loro repressione in ogni sede.