‘A Vanedda Cucchiara: una Strada dell’Antico Corso
A Catania, ogni strada ha due (o più!) nomi che variano da catanese a catanese, in base alla cultura di ognuno e soprattutto all’età. La doppia toponomastica è una peculiarità catanese, sconosciuta ancora a tutti quei turisti che, nel tentare di chiedere indicazioni ad un cittadino, ottengono come risposta un “no sacciu, mi dispiace!”. In realtà, non si tratta di ignoranza, ma quanto piuttosto di una mancata corrispondenza tra il toponimo “reale” pronunciato dal turista confuso e quello catanese convenzionalmente usato da tutti in città.
Ad esempio: per mettere in difficoltà un catanese più veterano basterà chiedergli dove si trova via Carlo Forlanini, una via nota a molti, ma che pochi sanno subito identificare. Questa strada stretta e longilinea si trova nel centralissimo quartiere dell’Antico Corso ed è conosciuta dalla maggiorparte dei catanesi come ‘a Vanedda Cucchiara, che congiunge via Plebiscito al Viale Mario Rapisardi.
Se però ancora alcuni catanesi non riescono a riconoscere questa strada come Via Carlo Forlanini, intitolata al celebre medico pneumologo, moltissimi altri non sanno perché a Catania è detta ‘a Vanedda Cucchiara.
Conosciamone, allora, la storia e l’origine.
L’Origine del nome da Vanedda Cucchiara
Le ipotesi avanzate negli anni sono tante, tutte curiose e alquanto attinenti al toponimo. Da un lato, c’è chi sostiene che anticamente proprio lì sorgeva la putia di donna Ciccia ‘a Cucchiara, che ottenne un successo strepitoso conseguente anche all’inaugurazione del nuovo ospedale “Vittorio Emanuele”, avvenuta nel 1880.
In attinenza con l’apertura della nuova struttura ospedaliera, c’è chi avvalora invece la tesi secondo la quale il toponimo derivi proprio dalla presenza del punto di degenza dei malati che, al suo interno, venivano imboccati “col cucchiaio”; o ancora più precisamente per l’apertura di un istituto che accoglieva i malati di tubercolosi, curati appunto con un “cucchiaio” di antibiotico. A queste tre ipotesi, se ne aggiunge un’altra che si rifà alla particolare forma “a cucchiaio” assunta dalla strada nel secondo tratto, dove si trova un avvallamento.
Ma che dire…
Com’è “A Vanedda Cucchiara” Oggi?
Quest’ultima ipotesi sembra oggi la più plausibile, visto che a Catania non mancano certo gli “avvallamenti” e visto lo stato in cui si trova a Vanedda Cucchiara. Questa antichissima via rappresenta per Catania un importante documento del suo passato, che racconta di persone che transitavano di lì con i loro animali da soma, di ragazzini che giocavano in strada a sciancatello o con il loro tuppetturu e di donne che la percorrevano per visitare i loro cari malati e ricoverati in ospedale.
Ancora oggi ‘a Vanedda Cucchiara mostra il suo originario volto, segnato dalle numerose case a pian terreno disabitate da anni e abbandonate; dalla presenza del manto stradale dissestato e dalla numerosa immondizia che ne deturpa la sua fama e buona reputazione. La mancanza di marciapiedi, la presenza di segnaletica inadeguata e l’assenza di controlli la rendono spesso non trafficabile dalle numerose auto che la utilizzano “per tagliare” e giungere più facilmente il quartieri di Cibali. Passano gli anni e la città sembra non sapersi adeguare al cambiamento delle abitudini: nel tempo, infatti, sebbene ‘a Vanedda Cucchiara sia diventata una delle strade più frequentate di Catania, ha mantenuto il suo antico aspetto, divenendo motivo di critiche e di lamentele, fatte da chi ha premura e non riflette sul reale valore che quest’antica via assume per la sua città.