La trentenne ha sempre dichiarato di aver scagliato violentemente a terra il figlio di soli tre mesi con la “mente oscurata” e senza “saper spiegare cosa sia successo”. La prima corte d’assise d’appello di Catania riduce la condanna in appello. Seguita la linea dell’omicidio preterintenzionale.
La vicenda risale al 2018. A novembre, la squadra mobile della Questura ha arrestato la trentenne Valentina Ferlauto con l’accusa di aver ucciso il proprio figlio di tre mesi. Una semplice ma macabra ricostruzione dei fatti: la madre avrebbe preso il figlio di tre mesi “scaraventandolo violentemente a terra”, come scritto nella documentazione.
Durante l’arresto, Valentina Ferlauto ha dichiarato di essere in preda a un raptus che non ha saputo ulteriormente spiegare. La prima sentenza col rito abbreviato a Catania aveva condannato la donna, in primo grado, a 10 anni di reclusione per l’omicidio del figlio di tre mesi. La prima Corte d’assise d’appello di Catania ha ridotto da dieci a otto anni la condanna di Valentina Ferlauto.
La Procura generale aveva chiesto la conferma della sentenza di primo grado, emessa il 25 giugno del 2020, dal Gip Pietro Currò. Il secondo processo, anch’esso con rito abbreviato, ha invece tolto due anni di reclusione a Valentina Ferlauto. Attualmente la donna è in una comunità terapeutica assistita nel catanese.
I documenti evidenziano come Valentina Ferlauto ha sostenuto d’aver agito con la “mente oscurata” senza “sapere spiegare cosa sia successo”, con l’unica sua certezza di “non volevo uccidere mio figlio, non ho mai pensato di farlo” perché “lo amavo”. Nella soggettiva ricostruzione dei fatti da parte di Valentina Ferlauto, la donna ha dichiarato di “essersi sentita male” poiché lei voleva “gettarlo sul letto e non per terra”.
A commentare le azioni dell’omicida Valentina Ferlauto, autrice della morte del figlio di tre mesi, è il suo legale, l’avvocato Luigi Zinno: «La nostra ipotesi è sempre stata quella dell’omicidio preterintenzionale, e la decisione della Corte mi sembra vada incontro a questa nostra lettura dei fatti. Aspettiamo il deposito delle motivazioni, fissato entro i prossimi 90 giorni, per avere contezza sulla valutazione dei giudici».