Sul fronte della vertenza Pfizer Catania, questa settimana potrebbe essere la più “calda”. Domani, presso la Confindustria di Catania, sarà ospitato il primo incontro per l’esame congiunto della procedura di riduzione del personale che riguarda 130 unità dello stabilimento etneo. Una rappresentanza di lavoratori, intanto, ha già annunciato un sit-in di protesta durante la riunione che vedrà al tavolo, oltre ai delegati di Confindustria, le sigle sindacali ed i vertici locali della multinazionale.
Successivamente è previsto un altro incontro tra il presidente della III Commissione dell’Assemblea regionale siciliana Attività produttive, Orazio Ragusa, gli assessori regionali Mimmo Turano e Antonio Scavone, i dirigenti generali Carmelo Frititta (dipartimento regionale Attività produttive) e Gaetano Sciacca (dipartimento regionale Lavoro), nonché i sindacati coinvolti nella trattativa per evitare i licenziamenti.
La Regione siciliana interverrà solamente venerdì, quando nella sede della Prefettura, alla presenza del Prefetto Maria Carmela Librizzi, l’assessore Scavone farà il punto della situazione con i segretari regionali e territoriali di Ugl, Cgil, Cisl, Uil e le federazioni regionali e provinciali di categoria Ugl chimici, Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, oltre al management di Pfizer Catania.
Ugl ha le idee chiare su come procede per evitare i 130 licenziamenti e lo espone in un comunicato: «La Ugl è in prima linea per ribadire un secco no a questa folle procedura, avviata nel nome di scelte aziendali a livello globale che fanno presagire una sempre più flebile attenzione nei confronti del sito produttivo della nostra città. Prova ne sono, non solo le mancate conferme di 100 lavoratori precari (50 a fine febbraio e 30 ad agosto) molti dei quali hanno vissuto questa condizione anche per 8 anni senza mai essere stabilizzati, ma anche il dimezzamento delle risorse per investimenti che adesso servirà soltanto a garantire soltanto la manutenzione della struttura. A questo punto crediamo poco neanche alla possibilità di ricollocazione dei 130 licenziati nel sito di Ascoli Piceno (dove si produrrà la pillola anti Covid-19), essendo una operazione che tutto è ad eccezione di un vero e proprio trasferimento di risorse umane. Un’ipotesi inaccettabile!».
Il comunicato Ugl si conclude con una promessa: «Ci impegneremo sino in fondo per garantire il diritto dei dipendenti di continuare a lavorare a Catania, pretendendo dalla Pfizer (a fronte dei fatturati esorbitanti degli ultimi anni) il meritato potenziamento di uno stabilimento che è stato sempre fiore all’occhiello della società nel mondo. In questa battaglia complicata, sappiamo di non essere più soli, considerato che l’intervento di istituzioni e politica, da noi invocato, è arrivato puntuale e ci auguriamo che possa trovare il necessario sostegno anche del Governo nazionale, con i Ministeri competenti, per affermare il principio della difesa del lavoro in una città, come Catania, che non può permettersi un’altra drammatica emorragia occupazionale».