Regione, sindacati e politica chiedono all’unanimità lo stop ai licenziamenti. Ugl: «Pfizer ci convinca che vuole rimanere, ritirando la procedura e presentando un piano industriale». Sospendere la procedura di licenziamento collettivo in attesa di conoscere il piano industriale che Pfizer Italia intende presentare per il futuro dello stabilimento di Catania. È quanto hanno chiesto nell’aula consiliare della Città metropolitana a Palazzo Minoriti, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil e Ugl durante il tavolo di confronto voluto dall’assessore regionale del Lavoro Antonio Scavone alla presenza del prefetto Maria Carmela Librizzi, dei dirigenti regionali dell’assessorato del Lavoro e dell’assessorato delle Attività produttive, nonché della multinazionale del farmaco rappresentata dal site manager dello stabilimento etneo Giuseppe Campobasso.
Il primo a intervenire all’incontro è stato il rappresentante Pfizer, il quale ha confermato gli esuberi, i 27 milioni di euro di investimenti nella triennalità e la volontà di mantenere la fabbricazione dei prodotti iniettabili ai piedi dell’Etna. I rappresentanti della Regione Siciliana hanno marcato la mancata comunicazione dei futuri licenziamenti per tempo (anche se, a onor del vero, la comunicazione informale è giunta con le corrette tempistiche), sottolineando che l’intenzione di licenziare è un gesto incomprensibile e inaccettabile.
Per questo motivo, il componente della Giunta regionale ha chiesto a Pfizer una relazione entro una settimana ed il congelamento degli esuberi, sostenendo l’azione intrapresa dai sindacati. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Comune di Catania, evidenziando l’assenza di un piano concreto da parte di Pfizer, di fronte soltanto alla fredda intenzione di licenziare, è inammissibile.
I vertici regionali e territoriali, insieme ai rappresentanti sindacali unitari di Cgi, Cisl, Uil e Ugl, hanno dichiarato: «Catania da 65 anni vanta questa fabbrica nata dalla lungimiranza di un nostro concittadino e divenuta poi, dopo varie cessioni, uno dei poli più importanti della farmaceutica a livello mondiale. Non possiamo permetterci una fine così ingloriosa, con risvolti drammatici per l’occupazione diretta e dell’indotto. Siamo grati all’Amministrazione regionale di aver accettato la nostra richiesta di apertura del tavolo di confronto e dalla politica tutta ci aspettiamo una ulteriore spinta notevole per proiettare la vertenza in ambito nazionale, con un incontro urgente al Ministero dello sviluppo economico».
I sindacati hanno aggiunto: «Ognuno di noi ha richiesto una convocazione al ministro Giancarlo Giorgetti e al suo vice Alessandra Todde, perché vogliamo che anche in quella sede (oltre che in quella regionale) il colosso della farmaceutica metta nero su bianco cosa vuol fare da qui ai prossimi anni per Catania. La multinazionale, per convincerci che non vuole abbandonare il nostro stabilimento, deve innanzi tutto ritirare la procedura avviata e poi garantirci l’esame sereno di un progetto industriale serio e credibile che, obiettivamente, riguarda l’intero personale e non c’entra nulla con il maldestro tentativo di assumere alcune unità in esubero ad Ascoli. Diversamente è una macelleria sociale (messa in atto da un’azienda che nel 2021 ha fatturato 36 miliardi di dollari e nel 2022 prevede un introito di 28 miliardi) che, grazie alla convergenza unica tra noi e la politica, cercheremo in tutti i modi di bloccare. Pfizer che nel mondo contribuisce a salvare tantissime vite umane, in un sol colpo decreta la morte di Catania».