Era il 1992 quando l’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga firmava il decreto presidenziale “Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza”, istituendo così una attività che in tutta Italia ha contribuito quotidianamente a salvare numerose vite.
Il 27 marzo 1992 nasceva il servizio del 118 e quest’oggi giungono i trent’anni di un servizio indispensabile che, anno dopo anno, ha salvato milioni di vite altrimenti probabilmente spacciate. Impossibile non evidenziare il ruolo fondamentale del servizio 118 durante le prime fasi dell’attuale emergenza epidemiologica dovuta al Covid-19.
In eventi calamitosi o in questi ultimi due anni di pandemia, con gli operatori del servizio di urgenza ed emergenza territoriale sono stati sempre in prima linea per aiutare la popolazione. Seppur vi è stata una manifestazione a Roma il 20 marzo, quest’oggi non è prevista una celebrazione per i primi 30 anni del servizio 118 ma alcune associazioni settoriali, di propria iniziativa, hanno celebrato questo piccolo traguardo.
Il servizio 118 è gestito dalle singole Regioni, motivo per cui (secondo i sindacati) esistono sino a 20 modi differenti di gestione del servizio, implicando disomogeneità e anche per certi versi disorganizzazione tra un territorio e l’altro. A volte anche nell’ambito della stessa Regione ci sono modelli di conduzione del 118 non uguali tra le aree provinciali. Si auspica che questo traguardo dei trent’anni di servizio 118 possa far riflettere sul bene fatto ma anche su ciò che si può migliorare per aiutare maggiormente la popolazione.