Dopo tanto silenzio, Pogliese ritorna a scrivere per commentare il fallimento del Calcio Catania

Dopo tanto silenzio

Catania è senza il suo sindaco e adesso senza la sua squadra di calcio. Dopo settimane di silenzio, Salvo Pogliese, attualmente sospeso dal ruolo di sindaco per il reato di peculato, ha voluto dare il suo parere sul fallimento del Calcio Catania premettendo che non poteva far nulla per evitarlo.

Salvo Pogliese comincia con una premessa e spiega il suo silenzio: «Sono stato molto combattuto, vista la mia attuale paradossale condizione, sull’opportunità o meno di intervenire sulle vicende che riguardano il Catania. Non potevo farlo con una procedura ad evidenza pubblica gestita dal Tribunale, per rispetto istituzionale nei confronti di chi aveva la responsabilità di capire, a norma di legge, se ci fosse anche solo una possibilità di salvare il titolo sportivo. Per questo sono rimasto in silenzio, sperando, come ha fatto ogni tifoso; e come tifoso eletto dai Cittadini a rappresentarli ho provato un forte senso di disgusto di fronte alle vicende paradossali delle ultime ore».

Secondo Salvo Pogliese, oltre essere nauseato, avrebbe fatto di tutto anche uscendo denaro dal proprio portafoglio: «Disgusto e nausea per l’assoluta mancanza di rispetto nei confronti della storia del Catania, della Città, della sua tifoseria, da parte di personaggi, è evidente, che questa storia non la conoscono e non sanno di quale materia sia fatta. Ho provato, quando potevo, a fare quanto in mio potere per sollecitare eventuali sponsor ad intervenire; ho alzato il telefono e ne ho convinti parecchi, ho messo mano al mio portafoglio, ho fornito tutto il sostegno possibile dell’Amministrazione a Joe Tacopina quando era a un passo dall’acquisire la Società».

Il sindaco sospeso ha terminato: «Averlo fatto fuggire è stato un grave errore e le responsabilità ci sono, sarebbe inutile negarlo. Forse è tutto perduto, non sappiamo se si giocherà domani al Massimino, anche se questo splendido gruppo meriterebbe di finire la stagione, avendo dimostrato un attaccamento alla maglia commovente; se esiste uno spiraglio per terminare il campionato e riaprire una fessura per salvare il titolo sportivo, mi auguro non si lasci nulla di intentato. Non faccio più appelli accorati agli imprenditori etnei, perché forse se non hanno sentito fino a oggi il richiamo del cuore e della passione, non vedo perché dovrebbero avvertirlo adesso. Ne sarei, come tutta la Città, sorpreso e grato. Forza, Catania».