Sembrerebbe un cane che si morda la coda ma in realtà è uno dei più scontati valzer politici, in cui una parte accusa l’altra senza ottenere mai nulla di concreto. Il comitato Romolo Murri, con a capo Vincenzo Parisi, critica aspramente il fallimento del Calcio Catania e il triste epilogo. Pur non avendo mai esposto una soluzione concreta, Parisi si lascia andare a un’apparente denigrazione della politica catanese, pur essendo fermamente parte.
Secondo il comitato Romolo Murri la colpa del fallimento dell’azienda privata Calcio Catania sarebbe dei politici, con la colpa di non aver utilizzato fondi statali-comunali per salvarla, anziché della cattiva amministrazione della società rossazzurra.
A nome del comitato, il politico Vincenzo Parisi ha dichiarato: «Assistiamo con vero disgusto e con le lacrime agli occhi l’ignobile teatrino fatto di commenti di attuali sindaci ed ex primi cittadini di Catania che sui loro social scrivono fiumi di parole sul triste epilogo della nostra Società. L’ingloriosa conclusione di una telenovela fatta di aste andate deserte e di tante parole. Ma solo parole. Anche in questi ultimi giorni abbiamo assistito ad ignobili teatrini, intollerabili per un grande blasone come quello del Catania».
La nota del politico termina: «Per mesi nessuno si sia fatto avanti. I politici etnei sono rimasti alla finestra a osservare immobili quando, al contrario, la società andava sponsorizzata al meglio, in contesti europei ed extraeuropei, per trovare quei compratori seri che magari avrebbero evitato tutto questo. Politici bravi in passato ad occupare le tribune autorità e pronti a salire sul carro dei vincitori quando c’era la possibilità di calcare i campi di serie A. Ma oggi quelle persone dove sono? Cosa hanno fatto per la nostra società? È veramente inconcepibile pensare che ora questi “signori” hanno il coraggio di utilizzare parole di rammarico con le solite frasi di circostanza. Abbiamo oggi almeno il pudore di starsene zitti perché oggi chi è veramente sconfitto è il cittadino catanese ma soprattutto il tifoso».