Con “un grazie di cuore a tutti per il pensiero che avete avuto in questo giorno speciale” Antonino Caponnetto, alias Brigantony, lo scorso 24 aprile, ha ringraziato sul suo profilo social i suoi fans nel giorno del suo 74esimo compleanno.
Il Profeta da “Sucalora”, nato nel rione Cibali a Catania nel 1976, non perde occasione per intrattenere il suo pubblico e lo fa anche se con qualche “acciacco” dovuto alla malattia e all’età.
Grazie all’aiuto social della figlia Giusy e al calore dei suoi “brigantoniani”, il Maestro resta in contatto quotidianamente con quanti ricordano ancora i suoi successi e cantano quegli ironici ritornelli, che racchiudono tutti un fondo di verità e tratteggiano la realtà catanese e siciliana tanto amata dal cantautore catanese.
Ancora oggi il suo dialetto fa tendenza e fa breccia nei cuori di chi continua a cantare “Mi stuppai ‘na fanta”, invece di “The final countdown” o conosce la “Cassa Malattia” invece della Cassa mutua; o ancora chi riconosce il Maestro per aver raccontato le strane storie del “raggiuneri Lattuca” o del Cavaliere Muschitta o di personaggi semplici quali “Turi” o “Saridda”. In sostanza, un linguaggio colorito che non passa inosservato e che, negli anni, è stato scelto da voci locali e non non solo per intrattenere il pubblico e farlo divertire, ma soprattutto per riflettere su temi inerenti la Sicilia, le sue bellezze e i suoi problemi.
Una terra che Brigantony ha sempre amato, perché piena di quella gente sincera con la quale lui si ferma ancora a parlare e a farsi le fotografie e dalla quale sono nate le sue bizzarre storie, narrate da un personaggio ben voluto da tutti.