In linea con la relativa festività, anche quest’anno Amts sospende il servizio di trasporto pubblico per la giornata del primo maggio, cioè per la festa dei lavoratori. La scelta ha prodotto diverse critiche da parte dei cittadini, facendo scaturire anche l’insolita incoerenza che un gruppo sociale porta intrinsecamente con sé.
Amts dichiara: «Si ricorda all’utenza che come sempre il primo maggio, festa del lavoro, unico giorno dell’anno, il servizio sarà sospeso ad eccezione della circolare Alibus e della navetta 524S Aeroporto – Parcheggio Fontanarossa». È ammirabile che l’azienda partecipata del Comune di Catania abbia comunque pensato ai turisti-viaggiatori ma per i catanesi è inaccettabile.
Secondo i cittadini, la festa dei lavoratori dovrebbe essere valida per tutti, con ricche proteste per quei lavoratori soprattutto dei centri commerciali “costretti” a lavorare, ma non per i dipendenti Amts, i quali dovrebbero lavorare anche nella festività del primo maggio.
L’incoerenza nasce nel momento in cui si critica la sospensione di Amts per la festa dei lavoratori ma al contempo si grida al boicottaggio per quelle aziende che tengono in servizio i propri dipendenti. Volendo spezzare una lancia in favore dei cittadini, la sospensione del servizio Amts è criticabile in quanto servizio di trasporto pubblico, che potrebbe essere paragonato alla stregua di ospedali e forze dell’Ordine, ma ci si dimentica che i dipendenti rimangono tali in qualsiasi azienda: non esistono impiegati di serie A e serie B, dunque, perché Amts dovrebbe obbligare i suoi dipendenti a lavorare a pieno regime anche per la festa dei lavoratori?
Il servizio pubblico a Catania è ben lontano dalle grandi metropoli: il paragone non regge né economicamente né organicamente. Prima di criticare il servizio straordinario, come quello richiesto il primo maggio, bisognerebbe evolvere il trasporto pubblico ordinario, che attualmente prevede un funzionamento ristretto sia per orari che per corse.