Un nuovo flusso lavico si è generato dalla bocca effusiva dell’Etna, presente a quota 3.250 metri. Quest’ultima affianca la colata principale, che dalla giornata di ieri risulta essere in graduale raffreddamento, come il suo fronte più avanzato, localizzato a quota 2.300 metri circa, nei pressi di monte Rittmann.
Prosegue in maniera discontinua e con intensità variale l’attività esplosiva stromboliana al cratere sudest. È la sintesi della comunicazione e relative osservazioni degli esperti siciliani dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv).
L’attività eruttiva dell’Etna è stata seguita dai ricercatori dell’Ingv con il sistema Clhotsat, cioè attraverso l’elaborazione delle immagini satellitari nell’infrarosso del sensore Seviri dal 12 al 18 maggio. Gli esperti hanno osservato che il tasso medio di eruzione (Tadr) ha mostrato un andamento crescente, con un picco di 5.7 metri cubi al secondo. Integrando i valori del tasso effusivo durante l’intero periodo eruttivo, è stata calcolata anche la curva del volume cumulativo che risulta pari a 750.000 metri cubi.