Un’indagine di Confcommercio sui fenomeni illegali ha messo in luce questo dato statistico che, seppur essendo limitato alle interviste dell’indagine, confermerebbe un trend positivo rispetto al passato per quanto riguarda le denunce del racket mafioso come il “pizzo” e dunque l’usura.
Secondo il dato di Confcommercio, sei imprese del sud su dieci denuncerebbero l’atto di usura, dunque il 67% del settore. Il restante 41% delle imprese dichiara che in caso di pizzo non saprebbe cosa fare.
Quasi due imprenditori su cinque del Meridione sono molto preoccupati per il rischio di esposizione a usura e racket (contro una media nazionale del 17,7%). Inoltre, secondo l’indagine, l’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori del sud (per il 30%, +3 punti percentuali sul dato nazionale), seguito da abusivismo (26%, +4 punti sulla media nazionale), furti (24%, +3 punti percentuali sul valore nazionale) e racket (22%, +1 punto sul dato nazionale).
Nello studio emerge pure che le Forze dell’Ordine sono indicate come i soggetti più vicini agli imprenditori minacciati dalla criminalità. Insieme allo Stato e amministrazioni locali raggiungono complessivamente il 56,3% delle preferenze, dato leggermente superiore a quello nazionale pari al 55%. Il 21% delle imprese del sud si sente solo, valore superiore rispetto alla media nazionale del 19%.