Dopo l’ennesima morte sul lavoro a Catania, nello specifico dell’operaio della zona industriale, il sindacato Ugl interviene con rabbia in una nota, puntando il dito sulla Politica. Il comunicato dell’associazione è a firma del segretario territoriale Giovanni Musumeci.
La nota sindacale espone: «Quanti lavoratori devono ancora morire sul posto di lavoro affinché le istituzioni prendano provvedimenti seri per fermare questa mattanza? Ci troviamo nuovamente a piangere un caduto sul compimento del suo dovere che, uscito di casa per portare il pane alla sua famiglia, non vi tornerà mai più ritorno perché coinvolto nella ennesima tragedia possibilmente evitabile. Lo facciamo a distanza esatta di un mese dall’ultimo dramma, quello di Paternò, in cui un edile ha perso la vita cadendo da un montacarichi. Siamo al terzo decesso in 7 mesi, se contiamo il triste destino del forestale di Randazzo, ma due morti in 30 giorni rappresentano un bilancio pesantissimo che non può essere di certo più ignorato».
Per Ugl vi è una totale indifferenza di chiunque sulla tematica, soprattutto da parte della Politica: «Questa ridondante indifferenza nei confronti di una così grave criticità che, nel 2022, continua a registrare dati impietosi deve finire, se vogliamo davvero essere un paese civile! Siamo in piena campagna elettorale, in Sicilia come nel resto d’Italia, ma il tema degli infortuni e delle morti sul lavoro sembra essere lontano, così come distante appare essere l’esigenza di avere rapidamente uomini, strutture e mezzi in numero maggiore per contrastare il mancato rispetto della legge e per potenziare le attività di sensibilizzazione».
Il segretario Ugl focalizza il discorso sulla recente morte dell’operaio catanese: «Sulla disgrazia avvenuta ieri all’interno della nostra area produttiva, auspichiamo che le autorità competenti in materia possano presto far luce sull’accaduto. Abbiamo piena fiducia nell’operato di tutte le forze interessate, anche se obiettivamente preferiamo non arrivare più a chiedere interventi del genere. Bisogna impiegare le risorse per prevenire e non per contare i morti! Come Ugl siamo vicini alla famiglia del giovane lavoratore deceduto durante il servizio a Catania. Per il sud d’Italia, nei primi sei mesi del 2022, è stato rilevato un incremento del 60.04% di denunce di infortunio, con un aumento dei casi mortali a dir poco scioccante. Numeri agghiaccianti che non possono essere tollerati e che devono essere sensibilmente ridotti soltanto attraverso ingenti investimenti in azioni concrete per rafforzare la formazione e la sicurezza sul lavoro».