Sembrerebbe pronto un accordo attraverso cui il nuovo rinforzo del sistema sanitario avverrà con l’introduzione di medici dall’estero, probabilmente dall’Argentina, anche per quanto riguarda la Sicilia seppur non mancherebbero studenti di Medicina nostrani. La denuncia è lanciata dalla Ugl Salute regionale.
Nello specifico, la nota sindacale espone: «Il paventato approdo, anche in Sicilia, di medici provenienti da paesi esteri rappresenta non solo una grave sconfitta per l’intero sistema sanitario e formativo (regionale e nazionale), ma un sonoro schiaffo nei confronti di quei tanti giovani che avrebbero voluto diventare medici e, fino ad oggi, si sono visti sbattere le porte in faccia. Abbiamo ormai perso il conto degli anni che sono passati da quando ci siamo sentiti in dovere di iniziare la battaglia contro il numero chiuso per l’accesso alla facoltà di medicina nelle università siciliane e non solo, oltre ad evidenziare il collo di bottiglia dei corsi di specializzazione, senza ottenere alcun risultato tangibile».
Ugl Salute esprime la propria frustrazione e quella di molti giovani: «Oggi tutti si stanno finalmente accorgendo di questi due problemi. Adesso che è ormai troppo tardi! Il nostro pensiero va a tutti gli studenti che nel tempo hanno dovuto cambiare progetti di vita perché respinti e scoraggiati da una norma, come quella dei posti centellinati, che noi abbiamo ritenuto sempre assurda, così come paradossale è stata l’esiguità di fondi per le borse di studio in favore degli specializzandi. Non avendo programmato adeguatamente ora ci troviamo senza lavoratori pronti ad essere assunti e siamo costretti a chiedere medici dall’altra parte del mondo. Per decenni abbiamo mortificato la nostra formazione, non formando i giovani, per andarci a prendere personale sicuramente rispettabile, i cui standard di specializzazione però non sono così tanto chiari. Bisogna subito eliminare ogni barriera numerica per le facoltà di medicina e delle professioni sanitarie, lasciare al libero mercato le opportunità di formazione e aumentare i posti di specializzazione. Siamo consapevoli che si tratta di azioni che potranno portare benefici tra qualche anno, ma se non iniziamo subito corriamo il rischio di avere sempre più necessità di ricorrere alla ricerca di medici e sanitari in ogni parte del pianeta».
Il comunicato sindacale chiosa: «Dopo aver mortificato almeno due generazioni di potenziali medici, nonostante le reiterate prese di posizione di tanti a partire dal nostro sindacato, adesso è giunto il momento di correre per cercare di recuperare almeno qualche scampolo di tempo perduto. C’è da progettare un futuro in cui i nostri giovani non devono rimanere disoccupati e guardare gli stranieri lavorare nelle nostre corsie d’ospedale. La politica non ha più attenuanti principalmente oggi che si trova davanti ad un danno abnorme ed ha l’obbligo di intervenire urgentemente, se non vuole far saltare per aria un sistema sanitario regionale e nazionale già in notevole difficoltà».