La Ugl Salute Sicilia non sarebbe soddisfatta del trattamento di sfavore e discriminazione che, secondo loro, avrebbero ricevuto alcune categorie della Sanità. Nello specifico, vi è stato un aumento di budget per le case di cura ma escludendo i lavoratori dei centri di riabilitazione.
Più risorse anche in favore degli operatori dei centri di riabilitazione “ex articolo 26”. Lo chiede a gran voce la Ugl Salute Sicilia, alla luce del nuovo decreto dell’Assessorato regionale della Salute che ha assegnato un aumento di budget per le case di cura private che, verosimilmente, avranno la possibilità di potenziare le attività riabilitative.
Il comunicato Ugl Salute Sicilia espone: «Nulla in contrario nei confronti dell’atto emanato dall’assessore Ruggero Razza, ma crediamo sia giusto non abbandonare anche le strutture “ex articolo 26” che sono da decenni sul territorio e le centinaia di lavoratori che operano all’interno di queste. In un frangente in cui il costo della vita è schizzato in alto in maniera esponenziale, crediamo sia doveroso da parte della Regione siciliana investire le risorse esistenti per riequilibrare quanto più è possibile il trattamento retributivo tra i dipendenti degli ambulatori di riabilitazione delle case di cura e di quelli dei centri “ex articolo 26”. Anche perché alcuni contratti di settore sono fermi da tempo e quelli rinnovati hanno prodotto incrementi economici davvero miseri. È quindi ampiamente condivisibile preoccupazione, manifestata da più parti, sulla possibile transumanza di operatori, pronti ad andare a lavorare nelle case di cura per guadagnare di più rispetto all’attuale paga. Ci aspettiamo quindi un intervento immediato da parte dell’Assessorato, affinché si possa mitigare questa disparità di trattamento tra lavoratori dello stesso settore e continueremo, per questo, a vigilare perché ciò accada».