L’interattività teatrale è un’esperienza unica che si dovrebbe fare almeno una volta nella vita. In occasione delle festività natalizie, Buongiorno Sicilia proporrà una rappresentazione tanto secolare quanto innovativa, cioè lo scritto del drammaturgo americano Thornton Wilder nel 1931. Come riassume il regista Giovanni Anfuso: «Il grande rito della Festa per antonomasia viene celebrato da una famiglia-simbolo, i Bayard, sovrapponibile ai nostri gruppi familiari mediterranei».
Gli spettatori si uniranno sul palco-tavolata assieme agli attori, il tutto nell’Auditorium di via Zurria a Catania. Gli spettacoli del Lungo pranzo di Natale scritto nel 1931 dal drammaturgo americano Thornton Wilder saranno proposti a dicembre con circa quaranta spettatori alla volta. Lo spettacolo sarà dunque rappresentato dal 7 al 10 dicembre nello spazio polivalente dell’ex Mattatoio di via Zurria.
Gli interpreti di questo Lungo pranzo di Natale di Anfuso sono, in ordine d’apparizione, Liliana Randi, Davide Sbrogiò, Anna Passanisi, Santo Santonocito, Angelo D’Agosta, Chiaraluce Fiorito, Mariarita Sgarlato, Francesco Rizzo, Greta D’Antonio, Michele Carvello e Agnese Failla. Le scene e i costumi portano la firma di Riccardo Cappello, le musiche sono di Paolo Daniele, le luci di Davide La Colla.
Il regista Anfuso aggiunge: «È come se invitassimo gli spettatori a partecipare a questo lungo e simbolico pranzo. A ogni replica attori e spettatori saranno chiamati a celebrare il grande rito della Festa di famiglia per antonomasia. Che in questo lavoro, come descritto dall’autore, dura novant’anni perché narra le vicende di quattro generazioni, tra vicende storiche e mutamenti nei costumi mondiali. L’umanità è il dato caratteristico del lavoro, ed è affascinante scoprire come nel racconto di una realtà americana, risate e commozione siano identici a quelle dei nostri pranzi natalizi italiani. D’altronde le ultime attività rituali comuni alle popolazioni di tutto il mondo riguardano il cibarsi, l’amore e la morte. Così la famiglia-simbolo dei Bayard finisce con l’essere sovrapponibile ai nostri gruppi familiari mediterranei».