Pasta Co Niuru de Sicci: Storia e Ricetta di Uno dei Tipici Primi Catanesi

A Catania, è cosa comune che cibo e aneddoti vadano a braccetto. 

E si, perché molti dei piatti tipici della tradizione catanese si accompagnano a delle storie che ne determinano l’origine, inebriate dalla solita teatralità ed ironia di cui la città e i suoi cittadini sono maestri. In questo non fa eccezione un tipico piatto catanese, ovvero la pasta co niuru de sicci (la pasta col nero delle seppie), la cui storia sembra racchiuda anche una questione di “conna”. 

Approfondiamo. 

L’origine della pasta co niuru de sicci 

La pasta col nero di seppia è un primo tipico siciliano, anche se per lo più catanese. Tuttavia, pare che questa origine venga condivisa col Veneto dove il nero di seppia viene utilizzato come condimento per i bigoli (tipo di pasta). 

Ma come nasce? 

Nel modo più semplice, ovvero dalla sperimentazione e inventiva di alcuni cuochi e pescatori catanesi che non tardarono a capire come la seppia sia l’equivalente del maiale: non si jetta nenti (non si butta via niente). Infatti, per via delle necessità, delle seppie si consumava proprio tutto, e ben presto si comprese come anche il nero, comunemente utilizzato come inchiostro, potesse diventare un ingrediente essenziale per realizzare una delle paste più sfiziose e richieste dai catanesi e dai tanti turisti che affollano la città, desiderosi di gustare le prelibatezze locali. 

Sicuramente, molto più originale e divertente è la versione, in merito alle origini della pasta, data dall’attore catanese Tuccio Musumeci, il quale nel corso di un evento di diversi anni fa, spedì la ricetta della pasta co niuri de sicci spiegando, con la sua solita ironia, come l’origine del piatto sia legato al capoluogo etneo. “Oltre o niuro da lava c’è a fila a posta ca ti fa scurari u cori, quindi viri tuttu niuru. Quannu u maritu tonna a casa ca muggheri sa viri niura”. In parole povere, per Musumeci il catanese vede tutto nero, di conseguenza anche a pasta co niuru ri sicci si sposa benissimo con questo contesto. 

 E a proposito di muggheri, sembra che la pasta col nero di seppia sia legata ad una storia di tradimento che vede coinvolto un giovane Mario Rapisardi. La tradizione racconta che il giovane poeta e novello sposo, nell’accogliere la moglie Gisella, si fece preparare un piatto di pasta co niuru ri sicci da farle assaggiare. Tuttavia, sembra che la moglie inorridì davanti a quel piatto di pasta tutto nero e si rifiuto di mangiarlo. Rapisardi, insieme alla madre, insistette affinché la sposa assaggiasse il piatto. Ma si sa che forzare qualcuno a fare qualcosa che non vuole non ha mai portato nulla di buono. Questo episodio, infatti, segnò l’inizio di un rapporto non proprio idilliaco, che spinse Gisella a trovare consolazione tra le braccia di Giovanni Verga. 

Chiu niura d’accussì! 

Ricetta della pasta co niuru de sicci 

La pasta col nero è un piatto che si condivide in famiglia o con gli amici, e sicuramente non è da scegliere per un primo appuntamento. 

Seppie

Perché? 

Prima di tutto perché si mangia rigorosamente cu u bavagghinu (con il bavaglino), essenziale per cercare di salvare la maglietta o la camicia di turno dagli inevitabili schizzi, e secondo perché il sorriso non sarà proprio brillante e bianco come quello garantito dalle pubblicità dei dentifrici. 

Meglio gustarla a casa. 

Vediamo allora gli ingredienti che occorrono per la sua preparazione: 400 gr di linguine, 2 seppie medie, mezzo litro di passata di pomodoro, un cucchiaio di estratto di pomodoro, 2 cipolle piccole, olio extravergine di oliva q.b., un bicchiere di vino bianco, pepe e sale. 

Procedimento 

– Lavare le seppie, estraendo con cura la sacca col nero, e proseguire con l’eliminazione delle viscere, occhi e becco. 

– Tagliare le seppie e metterle un attimo da parte. Nel frattempo tritare finemente la cipolla, per poi metterla a rosolare in una padella con un po’ d’olio. Fatto ciò, proseguire aggiungendo le seppie, il sale e il pepe. 

– Lasciare cuocere un po’, e aggiungere il bicchiere di vino, lasciandolo sfumare. 

– Aggiungere un cucchiaio di estratto e mezzo litro di passata di pomodoro, regolando di sale. Cucinare per circa 15 minuti a fuoco lento. 

– Aggiungere il nero di seppia, mescolare con cura, e lasciare cuocere per altri 10 minuti sempre a fuoco basso. 

– Mettere le linguine a cuocere in una pentola a parte, e una volta pronte, scolarle e saltarle in padella con il sughetto nero. 

Adagiate una porzione abbondante su un piatto e…alliccattivi i baffi (neri che vi spunteranno dopo le prime forchettate)!

Fonte foto: https://primochef.it/spaghetti-al-nero-di-seppia-classici/ricette/