A Catania le regole sono solamente un canovaccio da seguire senza troppa attenzione durante il normal procedere delle rispettive vite. Almeno è ciò che appare facendosi un giro per la città e analizzando i fatti di cronaca. L’ultimo riguarda gli esami della Motorizzazione civile. Tra presunte corruzioni e semplice inebriamento da “potere”, esistono anche esaminatori il cui dovere e deontologia non è mai intaccata, svolgendo correttamente il loro lavoro. Purtroppo quest’ultimi devono fare i conti con l’inciviltà catanese e negli esami di stamane, due esaminatori sono stati picchiati per aver “osato” bocciare il figlio di un “cittadino civile”.
Probabilmente a Catania si è così abituati alle scorciatoie che quando si applicano rigorosamente le regole ci si sente vittime di un furto, scatenando un’incomprensibile ira mista collera. È quel che è accaduto quest’oggi agli esaminatori della Motorizzazione civile aggrediti nella sede della Zona industriale di Catania solo per aver bocciato chi non ha superato le prove. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine che hanno immediatamente riportato la calma e effettuato i rilevi (anche attraverso il sistema di videosorveglianza) la ricostruzione del grave fatto, nonché il personale del 118 per l’assistenza sanitaria ai due operatori feriti.
Nello specifico, due tecnici della Motorizzazione civile di Catania sono stati aggrediti nella sede distaccata che si trova nella Zona industriale etnea durante lo svolgimento degli esami pratici di guida dei motoveicoli, che si tengono nell’apposita pista. All’improvviso si è presentato il genitore di un esaminando precedentemente bocciato che ha sferrato un colpo al volto di un esaminatore, sbalzato subito a terra. Padre e figlio, poi, hanno tentato di percuotere con dei caschi lo stesso lavoratore caduto ed il collega che nel contempo si era avvicinato.
A condannare il gesto è Ugl: «Fatto grave, serve più tutela per i lavoratori ormai ogni giorno a rischio. Nel condannare fermamente quanto accaduto, riponendo piena fiducia anche nel lavoro degli inquirenti ed esprimendo vicinanza e solidarietà ai lavoratori coinvolti loro malgrado, non possiamo che evidenziare per l’ennesima volta i rischi cui sono esposti ogni giorno i dipendenti della Motorizzazione civile. Già gli uffici principali di San Giuseppe La Rena sono quotidianamente a rischio, data la quantità di utenza che ricevono e la delicatezza di pratiche da evadere a carico delle poche unità lavorative che si contano in organico. Inutile sottolineare la pericolosità dell’ufficio della Zona industriale, non solo soggetto a dei furti continui, ma in quanto isolato è costantemente potenzialmente rischioso per chi ci lavora, in mancanza di un adeguato sistema di sicurezza. Diverse volte, ci risulta, sono state avanzate, a chi di competenza, richieste per l’incremento della sorveglianza da parte delle forze dell’ordine stesse in occasione delle sedute d’esame, ma a quanto pare queste istanze non hanno sortito alcun effetto. A nome dei lavoratori, quindi, chiediamo più tutela perché la mancanza di rispetto per la figura dell’esaminatore e del tecnico, oltre che della persona, dovuta a questo generale imbarbarimento della società, non possono essere motivo di perdita dell’incolumità per i dipendenti della Motorizzazione».