Sono molti i catanesi che, ancora oggi, credono nella dea Fortuna e nel potere che essa ha di gestire il destino di ogni uomo. Se una cosa va storta la colpa è della sfiga, di quella “scarogna” che accompagna tutti coloro che non riescono a trovare altra spiegazione alle loro disavventure e che diventa più evidente soprattutto il venerdì 17.
Ma cosa lega il venerdì 17 alla sfiga? Scoprilo continuando a leggere!
Venerdì 17, Perché a Catania “Porta Sfiga”?
Il venerdì 17 è un giorno come tanti altri, ma per alcuni resta il giorno della “sfiga”, durante il quale bisogna fare molta attenzione. Ma qual è il motivo che spinge molte persone a considerarlo un giorno sfortunato?
Anche a Catania, il venerdì 17 è ritenuto un giorno pericoloso e sventurato da tutti coloro che credono all’influenza della superstizione. Basta poco infatti per suscitare in loro un profondo senso di ansia e di tensione che li pervade per l’intera giornata a causa della “disgrazzia ca si potta ‘ncoddu”.
E così un gatto nero che attraversa la strada diventa segno di immediata sventura; un passaggio sotto la scala preannuncia che qualcosa di brutto sta per accadere o un gesto inaspettato può essere interpretato come un avviso di allerta.
Di fronte a questi eventi, però, il catanese superstizioso sa come correre ai ripari e, dopo aver esclamato il suo consueto “Bii, bedda matri”, si pone subito sulla difensiva. Ma perché lo fa? Ecco il reale motivo!
Venerdì 17, la Vera Storia del Giorno Più Sventurato dell’Anno
Superstizione o meno, almeno una volta nella loro vita tutti i catanesi hanno dato la colpa alla sfortuna, senza sapere, però,m il vero motivo che li ha spinti a farlo.
Ebbene, la vera colpa è degli antichi Romani che, utilizzando le lettere per scrivere i numeri, indicavano il 17 con XVII, l’anagramma del verbo al perfetto latino “VIXI”, traducibile con “Ho vissuto”, “Vissi”, che veniva utilizzato spesso sopra i sepolcri dei latini. Questa espressione ha assunto dei connotati negativi, perché ritenuta poco lieta da chi preferisce vivere piuttosto che pensarsi già morto.
Sembra poi che il binomio 17 venerdì-sfiga abbia trovato messo d’accordo Chiesa e Scienza, entrambe convinte dell’influsso negativo che tale giorno ha sull’uomo. Se, infatti, la Bibbia reputa infausto il 17 perché è il giorno in cui, nell’Antico Testamento, avviene il diluvio universale o la stessa morte di Gesù; per gli scienziati e filosofi antichi quali i pitagorici, il 17 era un numero di mezzo tra 16 e 18, indicanti rispettivamente la rappresentazione dei quadrilateri 4×4 e 3×6.
Per molti sono solo congetture, ma resta il fatto che molti catanesi siano ancora suggestionati da questo particolare giorno dell’anno, in cui, come per il giovedì 13, tutto può accadere e in cui a Catania “pattenu i cavaddi”.
Riti scaramantici, a Catania “pattenu i cavaddi”
Di riti scaramantici ne esistono tantissimi, ma uno più di tutti sta spopolando a Catania, grazie allo slogan virale dal rivenditore della Pescheria Gaetano Finocchiaro e ripreso dal giocatore del Catania Giuseppe Rizzo come proprio rito propiziatorio. Guarda il video!
Grazie al video social di Gaetanopescheria, “Pattemu i cavaddi” è il rito scaramantico ufficiale dei catanesi, soprattutto di quelli che credono che “qualcuno gliela stia buttando” o che sono vittime dell’invidia altrui.
Insomma, per tutti i catanesi che vogliono sentirsi in una botte di ferro sarebbe meglio recitarlo almeno una volta al giorno.