8 Marzo, Un Omaggio Alle Donne Che Si Sono Distinte a Catania
Anche a Catania sono molte le donne che festeggiano l’8 marzo, data riconosciuta a livello internazionale per celebrare i diritti della donna e ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, che le discriminazioni e le violenze subite dal genere femminile nel tempo.
Una giornata dedicata alla donna il cui valore e il senso profondo vengono spesso fraintesi da chi crede che si tratti solo di una giornata di divertimento e di libertà, da festeggiare quasi obbligatoriamente in modo sfrenato e esclusivamente al femminile.
C’è chi, invece, coglie l’occasione per ricordare centinaia di operaie che nel 1908 hanno perso la vita nel rogo di una fabbrica tessile a New York e a tutte le donne che ogni giorno si rimboccano le maniche per far valere i loro diritti. Tra queste ci sono delle donne catanesi che hanno lasciato un segno indelebile nella storia di Catania.
Ecco qualche nome importante.
Donne Catanesi e Medicina: Virdimura de Medico e Bella de Paija
Ogni donna lascia il segno ogni giorno, ma nel tempo, alcune si sono distinte per aver dato un loro evidente contributo alla società siciliana. Tra i diversi nomi, va ricordato quello di Virdimura, passata alla storia per essere stata la prima donna medico della Sicilia.
Riconosciuta ufficialmente “dottoressa” nel 1376 dopo aver sostenuto un esame di abilitazione davanti una commissione regia, Virdimura ha dedicato la sua vita alla cura dei disabili, dei pazienti meno abbienti e di tutte quelle donne che avevano motivo di nascondere la loro gravidanza. Soprattutto dopo la peste del 1347, si distinse per la sua generosità e per la passione che metteva nella sua attività, affrontando a testa alta il tabù di essere donna.
Nello stesso ambito si distinse anche Bella de Paija, una dottoressa di Mineo del ‘300, che esercitò a Catania e provincia senza abilitazione, ma il cui operato venne riconosciuto dalla stessa regina Bianca di Sicilia. Una donna anch’essa che ha dedicato la sua vita alla cura degli altri, dimostrando impegno, ma soprattutto il coraggio di andare oltre ogni tabù.
Donne Catanesi Coraggiose, Peppa ‘a Cannunera e Andreana Sardo
Anche in ambito politico e sociale, le donne catanesi si sono distinte per il loro coraggio e per la loro voglia di far valere i loro diritti di fronte a degli uomini che non li riconoscevano.
Tornando indietro nel tempo, durante il Risorgimento italiano un nome importante è quello di Peppa ‘a Cannunera, riconosciuta oggi come simbolo della lotta sociale. Sebbene non sia nata a Catania, Peppa si legò al capoluogo etneo quando, il 31 maggio del 1860, si unì coraggiosamente all’insurrezione contro i Borboni. È durante quel funesto evento che Peppa dimostra non solo il suo coraggio, ma soprattutto di essere un’abile stratega e di non avere eguali maschili.
Un altro nome da non dimenticare è quello di Andreana Sardo, colei che il 6 aprile 1849 salvò il palazzo dell’Università di Catania, dove ancora oggi è su una targa ricorda con “animo grato” il suo eroico atto di salvataggio dalla feroce mano dei Borboni.
Il coraggio delle catanesi ha invaso anche altri ambiti: scopri quali, continuando a leggere!
Donne Catanesi e Cultura, l’Esempio di Maria Attanasio e di Altre Attrici
La cultura catanese vanta nomi di donne che si sono distinte per le loro abilità intellettuali e per la loro bravura. Nomi qual è quello di Maria Attanasio, o di Carmelina Naselli, o di Rosina Anselmi o di Guia Jelo hanno lasciato il segno nella storia catanese, perché hanno aperto la strada a tutte le altre donne che fino ad oggi valorizzano la cultura locale.
La prima docente universitaria di ruolo in Italia fu la catanese Carmelina Naselli; mentre attrici di successo furono l’Anselmi, Goliarda Sapienza e la Jelo, che resero omaggio a 360° al teatro catanese e non solo.
Una donna che ancora oggi offre il suo contributo alla valorizzazione delle cultura locale è quello di Maria Attanasio, la scrittrice di Caltagirone che, con il suo “Correva l’anno” è divenuta famosa per la sensibilità mostrata nel raccontare le storie delle protagoniste dei suoi romanzi, impegnate nella lotta al riconoscimento dei loro diritti e al rispetto delle loro scelte di genere.
Questi nomi sono solo alcuni esempi di donne che hanno reso migliore Catania e che, ogni giorno, le dimostrano il loro amore e il loro affetto, impegnandosi in ogni ambito sociale. Donne che, in qualità, di madri, compagne, sorelle, figlie, parenti, amiche, si sforzano tutt’oggi per far valere il loro nome e far capire a chi ancora non riesce che la distinzione tra uomo e donna è solo di natura biologica e non sociale.