La città etnea tenta l’espansione ecologica con la realizzazione di 4 nuove isole ecologiche a Catania. Le quattro strutture non sono l’ennesimo progetto a vuoto ma vi è già il primo cantiere per una delle quattro isole. I nuovi centri comunali per la raccolta differenziata verranno realizzati in diverse zone cittadine scelte strategicamente.
Le zone scelte per le 4 nuove isole ecologiche a Catania e i costi sostenuti
Le zone scelte dal Comune di Catania sono: San Giuseppe La Rena, Librino, Borgo-Sanzio, Nesima-Monte Po-Rapisardi e rappresenteranno un investimento totale di 5,777 milioni di euro (fondi comunitari Pon Metro 2014-2020).
Nello specifico, i nuovi centri comunali per la raccolta differenziata (C.C.R) saranno posizionati: nel quartiere di San Giuseppe La Rena all’interno di una porzione del dismesso mercato ortofrutticolo; a Librino (Viale Biagio Pecorino), nella circoscrizione Borgo-Sanzio (tra le vie Filippo Neri e via Vagliasindi) e nel quartiere Nesima- Monte Po- Rapisardi – San Leone (nell’area tra via Cairoli e via Ammiraglio Caracciolo).
Lo scopo dell’investimento: migliorare la raccolta differenziata
Nonostante la transizione al sistema di raccolta porta a porta, Catania deve ancora migliorare le percentuali di raccolta differenziata e sensibilizzare i cittadini alla riduzione dei rifiuti. Le nuove isole ecologiche dovrebbero garantire maggiore prossimità agli utenti e faciliteranno il conferimento delle frazioni differenziate, promuovendo comportamenti virtuosi tra i cittadini. Insomma, dove non arriva l’operatore ecologico potrebbe il cittadino.
I progetti elaborati dai tecnici comunali prevedono la realizzazione di recinzioni esterne, pavimentazione, aree di stoccaggio delle frazioni di rifiuto, forniture di mezzi carrabili e altri contenitori e attrezzature necessarie. Inoltre, ogni isola ecologica sarà dotata di un’ampia fascia verde, con la salvaguardia della vegetazione esistente.
All’interno delle isole ecologiche, i cittadini avranno a disposizione uno spazio per conferire o prenotare il ritiro di beni suscettibili di riuso, grazie ad una collaborazione con organismi di terzo settore attivi nel settore.