Salutare un parente incontrato a lavoro sarebbe del tutto normale se non fosse per un piccolo ma non trascurabile dettaglio: il “lavoratore” è un ladro (criminale pregiudicato), il luogo di lavoro un distributore di benzina e infine il parente uno zio, in fila per usare la pompa, il quale senza scomporsi durante la rapina saluta il parente criminale intento a effettuare l’azione criminale.
Accade a Catania il 2 gennaio, giorno scelto appositamente dai rapinatori poiché consapevoli di trovare l’intero incasso di Capodanno: circa 9.000 euro. Nel video si vede l’assalto a mano armata dei rapinatori ma anche un dettaglio davvero tragicomico: a fare la fila per il distributore di benzina durante la rapina anche lo zio del pregiudicato, il quale lo saluta senza troppe preoccupazioni delle conseguenze.
Il video della rapina al distributore di benzina, i dettagli del crimine e i nomi dei criminali
I carabinieri del nucleo operativo di Paternò hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del tribunale etneo nei confronti due pregiudicati paternesi, Angelo Gulisano e Vincenzo Spitaleri, accusati di rapina aggravata in concorso.
Il provvedimento restrittivo è stato emesso al termine delle indagini svoltesi in questi tre primi mesi dell’anno. A essere colpito il distributore di carburante “Iblea Petroli”, situato nel centrale Corso Italia di Paternò. Nello specifico, intorno alle ore 13, i due criminali pregiudicati sarebbero arrivati al distributore di benzina con uno scooter Honda SH nero (dalla targa oscurata) utilizzando dei passamontagna.
Alla guida del mezzo a due ruote c’è Spitaleri mentre a scendere ed effettuare la rapina con una verosimilmente 9×21 è stato Gulisano. Quest’ultimo avrebbe minacciato il dipendente per farsi consegnare l’incasso di Capodanno e aggiungendo una sempreverde minaccia: «Se chiami i carabinieri ti ammazziamo la famiglia». Probabilmente per accentuare la sua natura criminale, dopo aver preso il denaro in meno di due minuti, il ladro pregiudicato ha tentato di colpire il commesso col calcio dell’arma.
Qui giunge il tragicomico nel crimine: dalla videosorveglianza emerge che un cittadino, riconosciuto poi nello zio di Angelo Gulisano, è stato avvicinato dai due rapinatori e salutato, soprattutto dal nipote. I saluti avvengono prima del crimine: dunque non vi è dubbio che lo zio era ben consapevole di chi fosse l’autore del gesto criminale ma, come spesso accade, l’omertà ha vinto.
Infine, quasi a voler sottolineare l’ingenuità mista sicurezza dei pregiudicati nell’effettuare crimini senza preoccupazioni, i due indagati sono stati ripresi mentre stavano rincasando a bordo di un SH nero e con gli stessi abiti indossati dai malviventi alcuni minuti prima. Entrambi sono stati condotti presso il carcere di piazza Lanza.