Il maestro Brigantony dovrebbe essere sepolto nel viale degli Uomini Illustri al Cimitero Monumentale di Catania? Sembrerebbe di sì poiché, secondo le parole della figlia Alessia Caponnetto, il Comune di Catania avrebbe promesso di permettere all’icona catanese di riposare eternamente tra gli altri artisti etnei di rilievo. Sembrerebbe, però, che la promessa comunale fatta alla figlia durante i funerali non abbia trovato conferma nei fatti. Nella settimana in cui ricorre l’anniversario di compleanno di Brigantony, pseudonimo artistico di Antonino Caponnetto, la figlia Alessia accusa il Comune di una promessa non mantenuta, seppur l’iter burocratico sia stato eseguito integralmente dalla donna.
Brigantony e il viale degli Uomini Illustri: «Il Comune al momento della morte si è fatto avanti»
L’accusa misto sfogo da parte della figlia di Brigantony, Alessia Caponnetto, giunge tramite Social. Il post è intrinseco di amarezza e dispiacere, non tanto per non essere riuscita a seppellire suo padre dove molti catanesi pensano meriterebbe di stare, cioè nel viale degli Uomini Illustri, ma piuttosto per aver visto la promessa da parte del Comune infranta, seppur è stata la stessa istituzione a proporre l’inserimento di Brigantony nel suddetto Viale.
Sull’ipotesi di seppellire Brigantony nel viale degli Uomini Illustri, Alessia Caponnetto ha scritto: «Carissimi fans, non è mia abitudine scrivere determinate cose su questa pagina, poiché ho voluto crearla e usarla solo per pubblicare le cose più belle del Maestro Brigantony… E non per polemiche e minchiatelle varie. Oggi voglio scrivere io, ed in primis voglio dire che come non ho mai LASCIATO o ABBANDONATO mio padre solo negli anni, soprattutto più dolorosi, non ho abbandonato mio padre anzi la sua salma …».
Entrando nello specifico, la figlia di Brigantony continua: «Non abbiamo mai chiesto nulla, soprattutto al comune, anzi proprio il comune al momento di morte di mio padre si è fatto avanti proponendo che la sua salma venisse sepolta presso il “viale degli Uomini Illustri”, non ho mai chiesto io ma loro… Mi è stata chiesta di fare una documentazione, e in questa documentazione dovevano essere messe 10 firme di uomini e donne illustri… Ne abbiamo raccolte il triplo, se non di più».
Da qui in poi giunge quel che appare una beffa ma che tristemente sembrerebbe essere accaduto, cioè tutto il lavoro fatto da Alessia “scompare” nel momento in cui è preso in consegna dal Comune di Catania: «Dopo aver atteso mesi a risposte mai arrivate, dopo aver fatto viaggi, dopo averci soprattutto detto di aspettare e di non procedere a nessuna sepoltura provvisoria, e dopo averci messo la faccia… “Io per prima”, mi è stato detto che tutto ciò che abbiamo fatto in questi mesi non risulta, la documentazione è inesistente… Tuttu pessu come diceva mio padre… Oggi scrivo tutto ciò non per giustificarmi, perché sicuramente non ho proprio nulla da giustificare, semplicemente per fare sapere alle persone che lo hanno amato davvero, alle persone che hanno fatto sì che lui diventasse il personaggio che è stato… Perché lui mi diceva sempre: “È solo grazie ai miei fans che io oggi sono quel che sono”. Lo diceva anche quando negli ultimi anni era meno lucido…».
Alessia Caponnetto chiude il racconto sull’apparente promessa non mantenuta per seppellire suo padre Brigantony nel viale degli Uomini Illustri ammiccando al periodo di Elezioni Comunali e la strumentalizzazione “subita” dal maestro catanese: «Solo per voi scrivo tutto ciò, perché ha da mesi e mesi che aspetto risposte da nessuno, e da mesi che vedo scritto il mio nome e quello di mio padre ovunque e usato per farsi pubblicità, per fare sì che vengano eletti… E da tutta da manciugghia accanita di cui io non me ne faccio assolutamente nulla …Siccome mi sono rotta i coglioni di ascoltare persone di poco valore, perché ci hanno detto di aspettare praticamente il nulla, domani, dopo 9 lunghi mesi, sarà data degna sepoltura al Maestro. Alessia!».
Dunque la vicenda lasciata in sospeso sta per avere un epilogo non tanto per volontà quanto per necessità: da un lato il bisogno umano di una figlia di dare una degna e pacifica sepoltura al padre, dall’altro lato l’ormai rassegnazione mista consapevolezza che la promessa non sarà probabilmente mantenuta (tranne che il periodo di elezioni porti magicamente a una rapida risoluzione mai vista in 9 mesi dalla figlia Alessia).