L’incendio che lo scorso 16 luglio ha interessato una parte dell’Aeroporto di Catania sta ancora provocando numerosi disagi a quei passeggeri che, per diversi motivi, avevano prenotato una partenza o un arrivo presso la struttura catanese.
Come segnalato da una nostra lettrice C.M., “Dopo l’incendio avvenuto nell’aeroporto di Catania, ad alcuni passeggeri è stato cambiato l’aeroporto si partenza da Catania a Trapani con partenza prevista per le ore 19. Oltre l’odissea di poter arrivare a Trapani (4 ore in auto di distanza) con tutte le difficoltà per trovare mezzi e cambi in orario utile, l’aeromobile ha subito un ritardo per controlli tecnici”.
Giunti presso l’aeroporto Marco Polo, i passeggeri tra cui anche la nostra lettrice sono stati costretti ad una lunga attesa prima di ricevere informazioni circa il ritardo dell’aereo e su cosa fare.
“Fino alle 2.00, quindi per altre 3 ore (considerando anche tutta la giornata appena trascorsa fatta di spostamenti lunghissimi e stancante, complice anche le alte temperature di questi giorni)”– continua la lettrice- “i passeggeri non hanno saputo il da farsi, si vociferava avessero messo a disposizione un pullman che li avrebbe portati a Venezia ma nulla, il silenzio totale”.
Ripensando alla disavventura vissuta, C.M. scrive e sottolinea che “La morale di tutta questa assurda e incredibile vicenda è che alle 2.30 alcuni passeggeri, tra cui il mio familiare, decidono di prendere un taxi. Arrivo previsto a Venezia alle ore 6.00 di mattina. Partiti dalle 20.30 di ieri sera. Una vicenda che ha dell’incredibile“.
E si chiede ora ancora incredula “come si possa decretare di chiudere un aeroporto con 200 passeggeri in arrivo e dirottarli a più di 3 ore di distanza nel bel mezzo della notte?”.
Un grido di una passeggera che, in rappresentanza di tantissime altre persone, chiede di diffondere la verità dei fatti e quanto è accaduto “per mettere in luce le criticità del nostro paese, di come circa 200 passeggeri siano stati abbandonati a se stessi, senza alcuna assistenza”.