I Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, supportati dai reparti specializzati dell’Arma presenti nella Regione siciliana, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 13 soggetti. Questi sono ritenuti gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, aggravati dal metodo mafioso. L’indagine, condotta dai militari del Nucleo Operativo della Compagnia di Paternò dal settembre 2018 al marzo 2020, ha permesso di monitorare le dinamiche associative del clan Toscano-Tomasello-Mazzaglia di Biancavilla, articolazione territoriale della famiglia di cosa nostra etnea Santapaola-Ercolano. Il presunto reggente operativo e capo promotore del clan è M. Giuseppe, detto “’u pipi”, un elemento di vertice con un passato di condanne per omicidio. Le indagini sono partite dal tentato omicidio di GALATI MASSARO Davide avvenuto a Biancavilla nel settembre 2018. Successivamente, sono emerse attività di associazione per delinquere di stampo mafioso, con lo spaccio di sostanze stupefacenti e le estorsioni come principali fonti di guadagno per il clan. Le attività estorsive hanno coinvolto imprenditori operanti nei settori dell’edilizia, della ristorazione e del commercio. In particolare, il clan avrebbe richiesto pagamenti periodici in occasione delle festività di Natale, Pasqua e di “San Placido”, patrono del Comune. Inoltre, i membri del clan avrebbero imposto ai gestori degli stand allestiti per celebrare il santo patrono la fornitura del pane e della carne, applicando un rincaro rispetto al prezzo riservato ai venditori. I giostrai sarebbero stati costretti a dare circa 2000 biglietti per le attrazioni. Il clan era anche coinvolto nel traffico di sostanze stupefacenti, in particolare marijuana e cocaina. Durante le operazioni, sono stati sequestrati un fucile d’assalto Kalashnikov, 4 pistole e una piantagione di canapa indiana con oltre 300 piante. Inoltre, sono stati sequestrati preventivamente due società operanti nel settore del trasporto merci su strada, insieme ai conti correnti e ai beni aziendali. Queste società, “MM Logistic di Miriana Militello” e “M.N. Trasporti s.r.l.”, sarebbero state utilizzate come strumenti operativi del clan per ottenere introiti attraverso l’imposizione di un “dazio” ai camionisti e ai titolari di magazzini e ditte. Gli introiti venivano poi versati nella cassa comune del clan per essere consegnati ai familiari dei sodali detenuti.