Nel corso del primo incontro con i distretti biologici siciliani, organizzato dal CREA con il supporto della Rete Rurale Nazionale, presso il Dipartimento Agricoltura dell’Assessorato regionale, la presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, Federica Argentati, ha sollevato fondamentali questioni sulla coesistenza e la funzionalità delle varie tipologie di strumenti che operano sugli stessi territori, (distretti del cibo, distretti produttivi, consorzi di tutela, biodistretti, GAL, e così via.).
L’appello centrale della Argentati è la necessità di stabilire definitivamente i ruoli e di rispettarli, per evitare sovrapposizioni e conflitti. Argentati ha affermato che è necessaria una seria riflessione sullo scopo finale di tutti questi strumenti e se stimolano davvero l’operosità o rischiano di generare confusione e spreco di energie per contrastare conflitti spesso strumentali e posizioni individualistiche.
Durante l’incontro odierno, Federica Argentati ha espresso la sua sorpresa riguardo alle recenti dimissioni del Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP dal Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia. Ha dichiarato di non capire come non si possa rendere conto del ruolo fondamentale che ha svolto il Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia per gli agrumi e anche per i consorzi di tutela, considerando il tangibile contributo offerto dal Distretto nel corso di 15 anni di attività.
La presidente del Distretto Agrumi ha sottolineato che i Distretti possono crescere solo se enti e imprese, in particolare quelle più strutturate, coltivano il senso di comunità che va oltre il legittimo profitto d’impresa. Pertanto, è urgente riflettere su come focalizzarsi su un approccio collaborativo e sinergico, lavorando in modo sinergico con altre realtà territoriali, anche a livello nazionale.
Francesco Ancona, consigliere del Distretto Agrumi con delega al bio, ha sottolineato l’importanza dei biodistretti in Sicilia, dove la produzione biologica si afferma al vertice in Italia. Ha evidenziato la sfida del divario tra l’eccellenza produttiva e il basso consumo interno, proponendo l’istituzione di un biodistretto come passo avanti significativo per promuovere un approccio virtuoso al consumo e alla produzione sostenibile.