L’associazione vinicoltori siciliani ha presentato il progetto Di.Vino, che punta a valorizzare il legame tra il vino e l’Etna attraverso tecniche innovative di marketing esperienziale. Il progetto, finanziato dal PSR Sicilia 2014-2022, coinvolgerà il Dipartimento Di3A dell’Università di Catania e 5 aziende vitivinicole partner: Benanti, Cottanera, Graci, Russo, e I Custodi delle vigne dell’Etna. La presentazione del progetto avverrà mercoledì 20 dicembre presso l’azienda Cottanera di Castiglione di Sicilia.
Il settore vitivinicolo sull’Etna sta vivendo un periodo di grande crescita, con numeri che confermano l’importanza economica della produzione vinicola. Circa un terzo delle aziende vitivinicole etnee imbottiglia, la produzione nel 2021 si è attestata intorno a 34 mila ettolitri di vino, e il valore immobiliare dei terreni è cresciuto significativamente. Inoltre, l’enoturismo basato sul connubio “Vino-Etna” si è sviluppato notevolmente negli ultimi anni.
Il progetto Di.Vino nasce dalla necessità di rispondere alla domanda qualificata che riconosce al vino dell’Etna un valore di eccellenza, e si pone l’obiettivo di individuare strategie di marketing esperienziale e comunicazione digitale per penetrare i mercati puntando sull’unicità del territorio, dei valori storici e delle peculiarità ambientali.
Il marketing esperienziale offre interessanti prospettive, in quanto si rivolge a consumatori che cercano esperienze coinvolgenti sul piano personale ed emotivo. In particolare, il progetto punta a valorizzare i muretti a secco all’interno dei vigneti terrazzati, costruiti a mano utilizzando la pietra lavica del vulcano, che rappresentano un elemento di grande valore paesaggistico e contribuiscono alla salvaguardia della biodiversità e alla prevenzione dell’erosione e della desertificazione.
Tuttavia, l’esistenza dei muretti è minacciata a causa degli elevati costi di gestione, che stanno comportando una graduale sostituzione dei vigneti terrazzati con sistemi colturali maggiormente intensivi. Il progetto Di.Vino punta a valorizzare questi elementi storici ed ambientali del vulcano, recentemente inseriti dall’UNESCO nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.