L’incidente che, qualche giorno fa, ha coinvolto un padre e un bambino precipitati dal sesto piano in via Ausonia ha scosso la comunità, lasciando inorriditi tutti coloro che hanno appreso della tragedia.
Il padre, un professore ordinario del dipartimento d’ingegneria di Palermo, aveva già perso la moglie due anni prima a causa del Covid, rendendo questa storia ancor più straziante.
Nonostante la caduta da una altura di 20 metri, il bambino ha ammortizzato l’impatto, riportando solo una frattura al braccio e alcune problematiche da monitorare a seguito dell’urto al torace e all’addome sul tetto di un ristorante.
Il tempestivo trasferimento del bambino dal reparto di Rianimazione a quello di degenza è stata una decisione dei medici che, dopo un periodo di attenta osservazione, hanno valutato positivamente le sue condizioni.
La dottoressa a capo del pronto soccorso pediatrico dell’ospedale Vincenzo Cervello, che ha assistito il bambino sin dal suo arrivo, ha condiviso il dolore e l’angoscia che ha colpito tutti coloro che hanno cercato di curare le lesioni del piccolo. La dottoressa ha sottolineato la profonda sofferenza negli occhi azzurri del bambino, che chiamava il padre mentre giaceva accanto a lui in ambulanza.
La tragedia ha generato anche interrogativi sulla dinamica dell’incidente. Sebbene la versione dell’incidente prevalga, nelle ultime ore si sta valutando anche l’ipotesi di un gesto premeditato, con alcune testimonianze che suggeriscono che padre e figlio potrebbero essersi tenuti per mano durante la caduta. La ricostruzione dei fatti richiederà ulteriori approfondimenti per giungere a una comprensione completa di quanto accaduto.
La vicenda ha scosso profondamente la comunità medica, che ha lavorato instancabilmente per salvare la vita del bambino. Tuttavia, la dottoressa ha sottolineato che, nonostante il successo degli interventi sanitari, il dolore della sua esistenza rimane intatto.