Giuseppe Fava, una voce fuori dal coro al servizio della verità
Catania vanta moltissimi personaggi famosi, che si sono distinti in diversi ambiti, lasciando il segno nella sua storia e nella sua cultura e che hanno lottato nel rispetto dei valori veri e genuini. Nel tempo, Catania ricorda ancora i loro nomi e lo fa dedicando loro eventi e iniziative, che servono a far riflettere su temi importanti e a non dimenticare chi ha creduto nei suoi ideali e in quelli di tutta la Nazione.
Così come ha fatto il giornalista Giuseppe Fava, un intellettuale siciliano che ha dedicato la sua vita alla verità e alla lotta contro la mafia.
Nato a Palazzolo Acreide il 15 settembre 1925, Giuseppe Fava, noto come Pippo, è stato un giornalista, scrittore e drammaturgo italiano trasferitosi a Catania nel 1943, dove si laureerò in Giurisprudenza e dove avviò una brillante carriera giornalistica.
Collaborò con diverse testate nazionali e locali, tra cui “Tempo illustrato di Milano”, “Tuttosport”, “La Domenica del Corriere” e “Sport Sud”. Dal 1956 al 1980, ricoprì il ruolo di caporedattore al giornale “Espresso sera”, distinguendosi per la sua vasta gamma di interessi, che spaziavano dal cinema al calcio.
Oltre al giornalismo, Fava si dedicò al teatro, alla letteratura e alla radio, quando si trasferì a Roma, dove condusse una trasmissione radiofonica su Radiorai e scrisse la sceneggiatura per il film “Palermo or Wolfsburg”.
Fu nel 1980 che assunse la direzione del “Giornale del Sud”, che trasformò in un quotidiano coraggioso che denunciava le attività di Cosa Nostra a Catania, ma che tuttavia gli valse numerosi nemici, culminando nel suo licenziamento e nella chiusura del giornale.
Senza lavoro, Fava non si arrese. Fondò la cooperativa “Radar” e nel novembre 1982 lanciò la rivista mensile “I Siciliani”, diventando un baluardo contro la mafia e affrontando temi cruciali, tra cui l’opposizione alle basi missilistiche in Sicilia e la denuncia costante della presenza mafiosa, soprattutto di imprenditori catanesi e di figure legate al clan di Nitto Santapaola.
Argomenti caldi che gli costarono la vita, strappata il 5 gennaio 1984 da cinque proiettili calibro 7,65 che lo colpirono alla nuca, segnando il secondo omicidio di un intellettuale per mano di Cosa Nostra, ma che non riuscirono mai a spegnere la voglia di dire no alla mafia ancora oggi tenuta viva dai suoi seguaci, convinti come lui che serve a nulla “essere vivi de non si ha il coraggio di lottare”.
“A che serve essere vivi se non si ha il coraggio di lottare”
Nonostante la sua morte tragica, “I Siciliani” continuò la sua missione. Il processo “Orsa Maggiore 3” portò a condanne per i responsabili dell’omicidio di Fava nel 1998. La Fondazione Fava, fondata dai suoi familiari, ha continuato a onorare la sua memoria attraverso premi e iniziative contro le mafie, svolgendo un ruolo attivo nella promozione della cultura antimafia.
Giuseppe Fava rimane un’icona di coraggio e impegno civile nella lotta contro la mafia. Il suo sacrificio ha contribuito a sollevare il velo sulla presenza del crimine organizzato, ispirando generazioni successive a continuare la battaglia per un’Italia libera da questo flagello. La Fondazione Fava continua a portare avanti la sua eredità, incoraggiando l’impegno giovanile e la denuncia della criminalità organizzata in ogni sua forma. La sua figura rimane una testimonianza del potere della verità e della determinazione nell’affrontare le ingiustizie.
“Nient’altro che la verità”, il premio per non dimenticare
1984-2024, sono passati 40 anni dall’omicidio a Giuseppe Fava e che ha lasciato un segno indelebile nella storia di Catania, che oggi ritorna a ricordarlo e a onorare il suo impegno contro la mafia.
Oggi 5 gennaio 2024 infatti, si terrà una manifestazione organizzata dalla Fondazione Giuseppe Fava, che dalle 16.00 inizierà con il corteo che partirà da piazza Roma; proseguirà alle 17 con il ricordo del giornalista e scrittore siciliano sotto la lapide in via Giuseppe Fava; e si concluderà alle ore 18,00 al centro culturale Zo, in piazzale Asia a Catania, con il dibattito, moderato da Luisa Santangelo, dal titolo “Fare (non solo) memoria”, a cui parteciperanno Sebastiano Ardita, Pierangelo Buttafuoco, Claudio Fava, Michele Gambino, Francesco La Licata.
Al termine del dibattito, verrà consegnato a Francesco La Licata il Premio Nazionale Giornalistico “Nient’altro che la verità. Scritture e immagini contro le mafie” , la cui partecipazione è gratuita e aperta alla cittadinanza.
Un evento da non perdere per non dimenticare e per riflettere su un tema che riguarda tutti.