I poliziotti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile hanno eseguito un’ordinanza del Tribunale di Padova – Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari – emessa su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un 31enne di origini tunisine di Saonara (Pd) e della sua compagna convivente, destinatari rispettivamente del divieto di dimora nella regione Veneto e dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
I due, con la complicità del fratello dell’uomo, di anni 30, di un altro loro connazionale di 26 anni, abitante a Limena (Pd), e di altri giovani soggetti, taluni dei quali pure minorenni, hanno detenuto, nonché ceduto e venduto, in Padova e provincia, tra il febbraio e l’aprile 2023, diversi quantitativi di cocaina e hashish, traendo continui profitti dal traffico di droga.
Le misure cautelari sono state richieste e concesse al termine di una più complessiva attività di indagine avviata a seguito dell’arresto di un altro cittadino tunisino, di 33 anni, messo a segno, nell’ottobre del 2022, dai poliziotti della Squadra Mobile giornalmente dediti al contrasto allo spaccio di strada, e che in quella circostanza hanno sorpreso il pusher in possesso di ben oltre 600 grammi di cocaina; un quantitativo significativo che le successive attività hanno consentito di accertare era stato dal medesimo soggetto sottratto per ritorsione in una abitazione riconducibile agli indagati (ovvero al 31enne ed ai suoi complici).
L’indagine ha inoltre consentito di accertare come effettivamente gli indagati avessero la disponibilità di considerevoli quantitativi di cocaina (anche a un chilo per volta) che acquistavano da un fornitore albanese (fornitore che hanno persino tentato di truffare), provvedendo poi a lavorare lo stupefacente all’interno di un garage di pertinenza di un’abitazione.
A novembre scorso, subito dopo la chiusura delle indagini, gli investigatori hanno proceduto pure ad un primo arresto del 31enne, sorpreso a spacciare unitamente ad uno dei suoi diversi complici, un altro giovane tunisino, incensurato, da poco giunto in Italia.
Già al tempo gli venne applicata la misura cautelare del divieto di dimora nella Regione Veneto ed ottenuto il nulla osta all’espulsione per entrambi, gli agenti avevano provveduto al loro accompagnamento presso il Centro per rimpatri di Trapani. Anche la donna ha assunto un ruolo attivo: era lei a fungere da autista del proprio compagno, essendo privo di patente di guida, ma soprattutto ben al corrente di tutti i traffici e dei nascondigli dello stupefacente, compresa la propria abitazione, da lei messa a disposizione per tagliare la droga.