Comu veni si cunta, il carpe diem dei catanesi
Sono molti i catanesi che non si lasciano prendere dai problemi e che vivono la vita con la filosofia del “Comu veni si cunta”.
Più che un semplice detto popolare, un vero e proprio stile di vita molto diffuso a Catania e utilizzato anche dalla nuova generazione, riflettendo profondamente la connessione tra la vita vissuta e la narrazione di essa.
Il detto ricorda, infatti, che la vita verrà raccontata proprio nel modo in cui si svolge e consiglia di non perdersi pensiero del futuro, ma piuttosto di vivere il presente.
Può sembrare un perfetto proverbio per inaugurare un nuovo anno, ma va oltre un semplice invito ad accettare passivamente gli eventi. Non è un’affermazione di rassegnazione, ma piuttosto un invito a vivere con il giusto spirito e ad affrontare ciò che la vita riserva con pazienza e determinazione.
Questo detto affonda le sue radici nella cultura popolare e contadina, quando era necessario fare tesoro di ciò che si aveva, senza bisogno di fronzoli e orpelli. Esso ha infatti un significato poetico intrinseco, che risale all’antica pratica del narrare.
Nelle comunità di lavoratori, anziani e marinai, si tramandavano le storie e si spiegava il mondo ai più giovani. “Comu veni si cunta” evoca, quindi, una connessione tra generazioni, un ponte tra il passato e il presente che si sviluppa attraverso la narrazione della vita.
Ma perché i catanesi utilizzano ancora questa antica espressione dialettale? Continua a leggere e lo scoprirai.
Ma perché a Catania si dice così?
Perché vivere proiettati verso il futuro, con ansie inutili e pensieri futili, quanto piuttosto si può assaporare il presente e affrontare i problemi poco alla volta?
Questo è il pensiero che accomuna molti catanesi, convinti che bisogna portare pazienza se si vuole vivere ben e non rischiare di farsi venire qualche malanno.
I Catanesi del “comu veni si cunta” sono gli stessi che sanno godersi le loro giornate, sebbene conducano una vita umile e problematica; sono quelli che la mattina non rinunciano ad indossare il sorriso più bello che hanno, ma soprattutto che fanno forza agli altri, sostenendoli e incoraggiandoli a non mollare.
Insomma, il vero catanese sa bene come non soccombere alla vita di tutti i giorni e a come risolvere quei problemi che, se vengono ingranditi, non permettono più di vivere.
Questo detto è così profondamente radicato nella cultura catanese e siciliana che nel 2003 il regista Luca Vullo ha dedicato un documentario, intitolato proprio “Comu veni, si cunta,” a questo proverbio e all’arte proverbiale dell’arrangiarsi siciliano. Il sostegno finanziario del comune di Caltanissetta testimonia l’importanza attribuita a questa espressione, che continua a ispirare e guidare le persone attraverso il racconto della loro unica e affascinante vita.
E quindi non resta che assumere questa filosofia di vita catanese e ricordare che “Comu veni si cunta”!