Durante la sua omelia in occasione della Celebrazione Eucaristica, tenutasi nella chiesa di San Nicola l’Arena a Catania, con i portatori delle candelore e le associazioni, Monsignor Luigi Renna ha lanciato alcuni moniti ai devoti della patrona della città.
Il messaggio che ha cercato di trasmettere è quello di un ritorno alla devozione collettiva durante la festa per arginare così l’individualismo.
A tal proposito, riferendosi alle candelore, le indica come “il segno di una civiltà che ha voluto sconfiggere l’individualismo”, di conseguenza, afferma che “la candelora non può essere di un privato”.
E ancora: “Le candelore devono essere attente a non perdere i loro caratteri di devozione festosa, ma vanno eliminati segni equivoci. La candelora è una luce votiva della Santa, non è nata per l’esibizione di qualcuno”, bensì “sono nate per essere segni di devozione a Sant’Agata. E noi vogliamo recuperare la tradizione più autentica, i cui nemici sono la perdita di fede, l’individualismo, l’esibizione”.
L’Arcivescovo fornsice poi altre indicazioni precise ai devoti: “Davanti a Sant’Agata non si va danzando con i veli: le ragazze che lo fanno si espongono a essere oggetto di espressioni di una cultura che le vuole oggetto manipolabile. La devozione vuole che si segua la santa con il sacco e con la corona del rosario in mano, non certo danzando”.
I moniti continuano dicendo che “Non è bene che si stampino magliette con il volto delle persone defunte, anche se giovani: per noi cristiani il suffragio per chi è morto si fa con una Messa di suffragio, con la preghiera, con un’opera di carità, con la visita orante ai nostri cimiteri”.