La Festa di Sant’Agata (3-6 febbraio) porta con sé un susseguirsi di eventi che animano la città di Catania in onore della sua Santa Patrona.
Nel corso della festa, Catania si trasforma in un’esplosione di profumi, colori ed emozioni. I devoti indossano il caratteristico sacco bianco votivo, noto come “u saccu”, e salutano la Santa Patrona con il fervente grido: “Cittadini, cittadini, siamo tutti devoti, tutti cittadini, viva Sant’Agata!”
Ciò che rende davvero unica questa festa, divenuta ormai una delle più importanti al mondo, va oltre la sua imponente partecipazione di fedeli e turisti.
Le 6 cose che non conoscevi sulla Festa di Sant’Agata
Vediamo allora x curiosità che forse non conosci sulla Festa di Sant’Agata:
1. È considerata la terza celebrazione di cristianità popolare più significativa a livello globale, superata solo dalla Settimana Santa di Siviglia e dal Corpus Domini di Cuzco, in Perù.
2. Nel 2002, l’UNESCO l’ha ufficialmente proclamata Bene etno-antropologico della città di Catania.
3. La ricorrenza di febbraio è legata al martirio della Santa, svoltosi proprio in quella giornata, il 4 febbraio del 251 d. C.
4. Il busto-reliquiario, risalente al 1300, realizzato dall’orafo senese Giovanni di Bartolo. Quest’opera d’arte in argento, l’unica che ci è rimasta di Bartolo, è coperta da oltre 300 gioielli offerti dai devoti catanesi, e custodisce gelosamente le spoglie della Santa.
5. Durante la festa, il fercolo che trasporta il busto-reliquiario è ornato con fiori di garofano, il cui colore varia in base al giorno della celebrazione. Fino al 4 febbraio, i garofani sono rosa, simboleggianti il martirio, mentre dal 5 in poi diventano bianchi, rappresentando la consacrazione a Dio.
6. Le reliquie del corpo, che in passato erano conservate in una cassa di legno (attualmente custodita nella chiesa di Sant’Agata la Vetere), sono state collocate in uno scrigno rettangolare d’argento dal 1576, realizzato dall’artista catanese Angelo Novara. Questo scrigno, alto 85 centimetri, lungo un metro e 48 e largo 56, presenta un coperchio suddiviso in 14 riquadri raffiguranti altrettante sante che rendono omaggio a Agata, la prima vergine martire della chiesa. All’interno di questo prezioso scrigno sono conservati le sacre reliquie, custodite in reliquari dalle forme e dalle foggie diverse testimonianza dei diversi periodi storici in cui sono stati realizzati, e anche due documenti storici di notevole importanza: la bolla pontificia di Urbano II, che conferma solemnemente che Sant’Agata è nata a Catania e non a Palermo, come sostenuto da un’altra tradizione, e una pergamena datata 1666 che proclama Sant’Agata come protettrice perpetua di Messina.
La Festa di S’Agata a Catania si presenta, dunque, come un affascinante viaggio tra storia, devozione e tradizione, che attira l’attenzione e la partecipazione di persone provenienti da ogni parte del mondo.