La parola a Giorgio Bonanno, responsabile del settore giovanile granata. La meglio gioventù della Trapani Shark ha come responsabile Giorgio Bonanno. Un tecnico originario di Mazara del Vallo, figlio d’arte (dell’indimenticato coach Ignazio) che vanta tantissime esperienze tra prime squadre e settori giovanili, e ormai da tre stagioni è un punto di riferimento importantissimo per tutti i nostri ragazzi.
Allenatore dei gruppi under 13 e under 17 d’Eccellenza, Bonanno lavora anche per la crescita tecnica degli altri giovani coach del nostro staff, aiutandoli nel loro percorso. Lo staff comprende Sergio Solina, trapanese doc che, dopo diverse esperienze fuori da Trapani, è tornato ormai con un bagaglio importante che trasmette quotidianamente ai ragazzi dell’under 15 e dell’under 17. Infine, c’è Christian Culcasi, giovane assistente che cura l’under 14: un ragazzo in piena formazione, che sta crescendo con passione e determinazione.
Paolo Mangiapane si occupa della preparazione atletica, alla sua prima esperienza con il basket, ed è assistente di Salvatore Sorrentino, preparatore della prima squadra: un supporto importantissimo per il lavoro del nostro settore giovanile.
Giorgio, quali sono le logiche del progetto di lavoro con i giovani della Trapani Shark?
«Il progetto del settore giovanile è frutto di una programmazione che ho ereditato da Alex Latini (attuale assistente di Daniele Parente, ndr), quando sono arrivato. In piena sinergia con la prima squadra, il nostro intento è far crescere ragazzi che sappiano stare in contesti di serie A. La nostra forza è quella di non guardare soltanto al risultato, ma di privilegiare l’aspetto umano del ragazzo. È essenziale far crescere i nostri giovani con valori di educazione, rispetto delle regole, del compagno, degli avversari, degli arbitri. Altrettanto importante è che i ragazzi crescano consolidando la capacità di lavorare in gruppo. Questi sono aspetti che curiamo molto: l’ambito tecnico, per quanto preminente, è sempre migliorabile con la crescita fisica del ragazzo. I nostri ragazzi, andando avanti e scalando le varie categorie, sono sempre più focalizzati sull’obiettivo con allenamenti giornalieri, sia fisici che tecnici».
Concretamente, quale può essere un segnale della bontà del vostro lavoro?
«Uno su tutti. C’è Salvatore Tumminia, ragazzo che alleno da quando sono qui, e adesso orbita con la serie A. Il suo esordio ci ha inorgoglito, perché vedere tre anni di lavoro ripagati così è una felicità immensa per il ragazzo e per tutti noi. Se gli è stata offerta una possibilità in un contesto di così elevato profilo, in una squadra che primeggia, vuole dire che siamo riusciti nei nostri intenti: farlo progredire dal punto di vista tecnico e dargli la capacità di appartenere a un gruppo di questo spessore umano. È la dimostrazione che, con impegno, lavoro e sacrificio, anche noi possiamo produrre ragazzi che diano una mano alla Serie A».
Un tuffo nel futuro: cosa immagini?
«I nostri programmi orbitano sostanzialmente sulla costruzione della tensostruttura che il nostro Presidente ha promesso. Grazie ad essa, potremo avere le condizioni per programmare un lavoro ancora più importante, riuscendo a costruire fin dalle basi. Sarà un punto di partenza fondamentale anche per il nostro futuro».