Un ritrovamento a Mompileri, le teste dell’Annunciazione
A Mascalucia e precisamente a Mompileri è presente il Santuario Madonna della Sciara, un luogo di devozione e storia millenaria, che custodisce un piccolo Museo, dove sono conservati diversi antichi ritrovamenti.
Tra questi si conservano ancora oggi due preziose opere dello scultore rinascimentale Antonello Gagini, il cui interesse è riemerso grazie all’impegno di chi crede ancora nell’importanza della cultura e della nostra storia.
Si tratta di due teste scolpite, raffiguranti la Madonna e l’Arcangelo Gabriele, che fanno parte integrante del gruppo artistico dell’Annunciazione, un capolavoro che testimonia la maestria di Antonello Gagini nel XVI secolo.
Tuttavia, la loro storia è segnata da un evento che ha sconvolto la regione e ha celato per secoli queste opere d’arte: l’eruzione lavica del 1669, una delle più distruttive nel territorio etneo.
Per secoli, le teste rimasero nascoste sotto le colate laviche, dimenticate dalla storia e dal tempo, fino a quando, nel 1955, durante lavori di scavo e restauro condotti nel Santuario, vennero ritrovate per caso. Emerse così la meraviglia di due sculture affascinanti, segnate dagli eventi catastrofici ma ancora intrise di un’incredibile bellezza artistica.
Come riportato nella descrizione sul Catalogo on line dei Beni Culturali, “le teste delle statue del gruppo scultoreo appaiono di colore diverso: più candida quella della Madonna, più opacizzata quella dell’arcangelo. Il volto della Vergine presenta una frattura al naso mentre nei capelli dell’arcangelo sono visibili tracce di lamine dorate. Alcune parti dei volti, le sopracciglia, gli occhi e le labbra erano come annota il restauratore “evidenziate da stesure di pellicola pittorica”.
Il ritrovamento delle teste di Madonna e Arcangelo Gabriele ha suscitato grande emozione e interesse, sia per il loro valore artistico intrinseco sia per il contesto storico che le circonda. Le opere, nonostante i danni subiti, conservano intatta la delicatezza delle espressioni e la raffinatezza dei dettagli, testimonianza della genialità e della sensibilità dell’artista.
Il restauro delle due teste è stato un processo lungo e complesso, reso possibile grazie al contributo del Santuario di Mompileri e all’attenzione scrupolosa della Soprintendenza ai Beni Culturali. Gli esperti hanno lavorato con passione e dedizione per preservare e restituire alla luce la bellezza delle sculture, che oggi sono esposte con orgoglio e rispetto presso il piccolo Museo del Santuario.
Conservate all’interno del Santuario Madonna della Sciara di Mompileri, le teste concorrono ad arricchire il piccolo tesoro del museo e a rendere ancora più significativo lo stesso Santuario, un’oasi di spiritualità e bellezza incastonata tra il mare e la maestosa cima dell’Etna.
La vera storia delle teste ritrovate a Mompileri
Il ritrovamento delle preziose statue presso il Santuario Madonna della Sciara di Mompileri ha una storia avvincente che si intreccia con eventi drammatici e miracolosi.
Nel lontano maggio del 1537, l’Etna scagliò la sua lava verso il casale di Mompilieri e la sua chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata, che custodiva tre importanti statue, di cui due riconducibili al gruppo scultoreo dell’Annunciazione, attribuite sin da allora ad Antonello Gagini o alla sua bottega.
Nonostante la devastazione, i coraggiosi parrocchiani riuscirono a salvare le statue e altri tesori sacri della chiesa. Per oltre un secolo, il gruppo scultoreo dell’Annunciazione trovò rifugio nella cappella dell’Annunziata, adornata nel 1657 con pietra bianca e statue in stucco.
Tuttavia, il destino ebbe in serbo un’altra prova nel marzo del 1669, quando un’altra terribile eruzione dell’Etna distrusse nuovamente il villaggio e la sua chiesa, inghiottendo le preziose opere d’arte. Nonostante gli sforzi dei profughi nel 1704, che scavarono nel tentativo di recuperare le statue, solo la statua della Madonna delle Grazie fu ritrovata e collocata in una nuova chiesa.
Per decenni, il gruppo scultoreo dell’Annunciazione sembrò perduto fino a un evento fortuito avvenuto il 26 gennaio 1955, quando un operaio scavando in una cava vicino alla chiesa trovò casualmente la testa della statua dell’Annunciazione smarritasi nel 1669.
In seguito, due giorni dopo, emersero dalla terra anche la testa dell’Angelo e altri frammenti del gruppo scultoreo, riportando alla luce un totale di settanta frammenti. Il ritrovamento portò a un’intensa ricerca finanziata dal Ministero della Pubblica Istruzione, ma i risultati furono deludenti.
Solo nel 2012, dopo 55 anni, i frammenti dell’Annunciazione furono nuovamente valorizzati grazie alla pulitura al laser e al finanziamento del Comune di Mascalucia, sotto l’attenta supervisione dell’Unità Operativa 9 per i beni storico-artistici, diretta dalla dottoressa Luisa Paladino della Soprintendenza di Catania.
Parte di ciò che rimane del gruppo scultoreo dell’Annunciazione è stato infine ricomposto in una teca, visibile in una sala museo del santuario, permettendo ai visitatori di apprezzare la magnificenza e la storia travagliata di queste opere d’arte antiche.
Oggi visibili, le due teste rappresentano uno dei simboli della nostra cultura locale che con orgoglio e grande interesse va preservata e tramandata nel tempo.