Martedì scorso, il 27 febbraio 2024, il mondo ha detto addio a una figura iconica del XX secolo, Carlo Muscarello, noto affettuosamente come Moose.
A 96 anni, dopo una breve malattia, il marinaio immortalato nel celebre scatto del bacio a Times Square, New York, ha lasciato questo mondo, lasciando dietro di sé un’eredità che rimarrà impressa nella storia.
La notizia della sua scomparsa è stata confermata dalla figlia Marie al Corriere della Sera, che ha rivelato che nelle sue ultime ore, Carlo è stato circondato dall’affetto dei suoi figli e nipoti, mentre le amate canzoni di Frank Sinatra accompagnavano il suo passaggio.
La storia di Carlo Muscarello è intrisa di avventure e legami con la Sicilia, da cui proveniva il suo sangue e le sue radici. Il padre di Carlo, Sebastiano, emigrò da Santo Stefano di Camastra all’inizio del Novecento, in cerca di una vita migliore a New York. Tuttavia, il richiamo del dovere lo portò a fare ritorno in patria per combattere nella Prima guerra mondiale. Fu lì che incontrò e sposò Maria Attinello, compaesana con la quale ebbe otto figli, tra cui il piccolo Carlo, nel 1927.
La vita di Carlo Muscarello fu segnata dalla diaspora e dalla lotta, ma è destinata a essere ricordata per un momento di gioia e celebrazione: quel bacio appassionato con l’infermiera Edith Shain il 14 agosto 1945, giorno della resa del Giappone e della fine ufficiale della Seconda guerra mondiale. L’immagine, catturata dal famoso fotografo Alfred Eisenstaedt, divenne immediatamente un’icona globale, simbolo di speranza, amore e rinascita dopo anni di conflitto e sofferenza.
Lo scatto finì sulla copertina della rivista Life, trasmettendo il suo potente messaggio di pace e felicità in tutto il mondo. Da allora, il bacio di Times Square è stato raffigurato in numerose opere d’arte, film e libri, diventando parte integrante della memoria collettiva dell’umanità.
Oltre alla sua celebrità improvvisa, Carlo Muscarello mantenne un profilo relativamente basso per gran parte della sua vita, conducendo una vita tranquilla e riservata, lontano dai riflettori. Tuttavia, il suo ruolo come protagonista di uno dei momenti più iconici del XX secolo lo rese un simbolo vivente di speranza e rinnovamento per molte generazioni successive.