Palermo è stata ammessa al finanziamento “Periferie Inclusive” del Ministero per la Disabilità, con il progetto “Palermo ability 2030” presentato dall’Assessorato alle Politiche sociali, guidato da Rosi Pennino, attraverso lo strumento della co-progettazione.
Il capoluogo siciliano ha ottenuto 82 punti, preceduto da Bologna (85) e Torino (95 punti), che dà diritto a un finanziamento complessivo di circa un milione di euro, che ha come obiettivo l’inclusione di 210 disabili in città, attraverso progetti di sport, aggregazione ed impegno del tempo libero, volti a contrastare le condizioni di isolamento.
Per il sindaco Roberto Lagalla “Il risultato dimostra ancora una volta il grande sforzo che questa amministrazione e gli uffici stanno mettendo per affrontare i temi del sociale e venire incontro alle persone con disabilità. Abbiamo già raggiunto obiettivi importanti in un anno e mezzo, azzerando ad esempio le liste d’attesa dei piani individuali e ottenere queste risorse potrà certamente aumentare il livello della risposta che l’amministrazione deve dare ai disabili.”
“Classificarsi terzi tra gli ammessi al finanziamento – ha commentato l’Assessore alle politiche sociali, Rosi Pennino – ci inorgoglisce non poco e conferma la qualità della progettualità messa in campo. Questo è un ulteriore tassello che si aggiunge al percorso in termini di priorità, che questa amministrazione si è data, nell’ambito della costruzione dei servizi a sostegno delle persone con disabilità e delle loro famiglie, con l’obiettivo di renderle protagoniste nella vita sociale e collettiva del nostro territorio.”
Il decreto ha disciplinato la procedura di accesso ai finanziamenti a valere sul fondo per le periferie inclusive ed era destinato ai comuni con popolazione superiore a 300 mila abitanti. Oltre al comune di Palermo, hanno presentato il progetto anche le città di Torino (95 punti), Bologna (75 punti), Genova, Milano e Firenze (80), Roma e Catania (75), Napoli e Bari (60).
L’obiettivo complessivo del programma, che prevede progetti che abbiano una durata compresa tra diciotto e ventiquattro mesi, è quello di migliorare la condizione e la qualità della vita di persone con disabilità e delle loro famiglie, in particolare per aumentare le opportunità di inclusione sociale e rafforzare il livello di autonomia di coloro che sono in condizione o a rischio di isolamento e fragilità sociale.
Questo si aggiunge al miglioramento della qualità, accessibilità e integrazione dei servizi presenti nelle aree periferiche per accrescere l’inclusività del territorio, anche attraverso il coinvolgimento di tutta la comunità nel rafforzamento della cultura della piena partecipazione e delle pari opportunità delle persone con disabilità.