La Polizia di Stato ha eseguito delle misure restrittive nei confronti dei presunti responsabili di un lancio di bottiglie “molotov” presso Leonardo S.P.A. Il provvedimento è stato emesso dopo un’attività di indagine della Sezione Antiterrorismo della DIGOS di Palermo, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Palermo. Le misure cautelari sono state eseguite nella mattinata odierna nei confronti dei presunti autori del grave attentato incendiario avvenuto il 26 novembre 2022, dove alcune bottiglie del tipo “Molotov” sono state lanciate nella sede palermitana della Leonardo SPA, gruppo industriale internazionale in ambito Aerospazio, Difesa & Sicurezza.
L’incendio, causato dalla deflagrazione di un gruppo di 7 persone, avrebbe potuto propagarsi all’autovettura della società preposta alla sicurezza della struttura e all’attiguo Centro Commerciale “Guadagna”, mettendo a rischio l’incolumità della popolazione residente. Fortunatamente, l’incendio non si è propagato a causa delle avverse condizioni climatiche.
La Leonardo S.p.A. è considerata un sito altamente sensibile in quanto opera in ambito tecnologico internazionale e rappresenta un partner per Governi, Amministrazioni della Difesa, Istituzioni e imprese. Le misure eseguite includono la custodia cautelare in carcere nei confronti di S. L., esponente di spicco del movimento indipendentista regionale “Antudo”, e l’obbligo di presentazione presso i Commissariati di Pubblica Sicurezza competenti per G.D. e O.M., anch’essi esponenti del movimento “Antudo”.
L’attentato incendiario è stato rivendicato attraverso la pubblicazione di un video sul web e sui canali social del movimento ANTUDO, che si batte per l’autodeterminazione e l’autogoverno dei territori. Il messaggio di rivendicazione evidenzia la Leonardo S.p.A. come simbolo da colpire per le scelte in materia di politica estera dello Stato, accusato di essere il principale fornitore di armamenti alla Turchia e responsabile di massacri in Kurdistan.
Le indagini sono state condotte con cura dagli autori per eludere gli investigatori, ma grazie all’utilizzo di strumenti informatici, telematici e analisi genetiche, è stato possibile identificarli. Va sottolineato che la responsabilità penale verrà definita solo dopo una sentenza passata in giudicato, nel rispetto del principio di presunzione di innocenza.