Il celeberrimo oratore e uomo politico Marco Tullio Cicerone è noto non solo per il suo coinvolgimento nelle vicende politiche del periodo tardo repubblicano, ma anche per la sua produzione letteraria e poetica ispirata da modelli come Esiodo e Omero. I suoi versi trattano di amore, natura, filosofia e politica, diventando uno strumento per promuovere le sue idee e celebrare la grandezza di Roma e dei suoi leader.
Cicerone è considerato uno dei più grandi oratori e maestri della retorica dell’antica Roma. Le sue opere, tra cui “De oratore”, “Brutus”, “Topica” e “Rhetorica ad Herennium”, sono fondamentali per la comprensione della persuasione verbale e della comunicazione efficace. Il suo impatto sulla teoria e sulla pratica della retorica occidentale è duraturo e significativo.
La personalità ricca di sfumature e contraddizioni di Cicerone lo ha reso un uomo ambizioso desideroso di aumentare la sua influenza e reputazione nella società romana, ma anche idealista votato all’etica pubblica e ai valori tradizionali romani. Con un’intelligenza acuta e versatile, era in grado di affrontare con rapidità le questioni politiche, giuridiche e filosofiche della sua epoca.
Nonostante le sue straordinarie abilità, Cicerone non era particolarmente noto per la sua simpatia, soprattutto agli occhi degli studenti che si trovavano a tradurre i suoi scritti. La professoressa Alice Borgna dell’Università del Piemonte Orientale terrà un colloquio dal titolo “Breve storia di una lunga antipatia” il 20 aprile per analizzare il perché Cicerone venga associato spesso all’idea di noia, verbosità e vanteria.
Durante il suo intervento, la prof.ssa Borgna cercherà di rispondere al quesito su chi sia il vero responsabile della cattiva fama di Cicerone, analizzando i suoi epistolari e conducendo un’indagine che risalirà fino al periodo di Petrarca e oltre. L’obiettivo è quello di smontare le presunte fake news e rivedere la figura di Cicerone in un’ottica più obiettiva e meno prevenuta.