Giochi di una volta, ecco come a Catania ci si divertiva “che nuciddi”

I nuciddi, uno dei giochi più amati dai catanesi di una volta

Certe tradizioni non passano mai, altre invece restano nel cuore di chi ne porta con sé un ricordo indelebile e, ogni tanto, lo rispolvera per riflettere su quanto era bello il passato.

Anche i catanesi che un tempo sono stati piccini conservano tanti ricordi di un passato fatto di amicizia, semplicità e sano divertimento.

Un tempo infatti a Catania si poteva ancora giocare in strada, ci si divertiva con giochi semplici, ma soprattutto si rideva di gusto, in attesa che la mamma annunciava che la cena era pronta e che bisognava risalire a casa.

Quei vicoli e cortili di una Catania antica, viva e genuina, brulicavano di ragazzetti con bretelle e calzoni corti o vestitini e fiocchi in testa, pronti a giocare vicino o pisolu di casa mentre le donne più anziane li tenevano d’occhio e chiacchieravano tra vicine con il telaio o il rosario in mano.

E se ad alcuni questa potrebbe sembrare una scenetta di un’antica commedia siciliana, per i catanesi che hanno avuto l’occasione di vivere quest’esperienza si tratta invece della loro infanzia e adolescenza, che ora ricordano con rimpianto di quei bei tempi in cui giocavano ai loro giochi preferiti.

Uno dei giochi più gettonati era quello “de nuciddi”, che prevedeva l’uso delle noccioline, un materiale semplice e di facile reperimento, che si trovavano in abbondanza soprattutto dopo la raccolta e che si acquistavano in occasione della festa di Santa Lucia fino all’Epifania.

Il gioco de nuciddi era davvero una tendenza a Catania, dove la maggior parte dei bambini ne conosceva bene le regole. E tu ci hai mai giocato? Ecco come si svolgeva questo antico gioco catanese.

Credit foto Jonas Svidras

“I nuciddi”, ecco le regole e le varianti dell’antico gioco catanese

Nell’antico gioco catanese dei “nuciddi”, i giovani si sfidavano con fervore, lanciando noccioline verso un muro, puntando a farle arrivare in una fossetta scavata nel terreno.

Questo gioco, intriso di tradizione e competizione, vedeva i partecipanti gareggiare per conquistare le noccioline, spingendole abilmente con il pollice e l’indice verso la buca. Il vincitore di ogni turno diventava il nuovo padrone delle noccioline, continuando a giocare finché non avesse mancato il bersaglio, concedendo così ad altri la possibilità di giocare.

Tra i vari modi di giocare che nuciddi, uno dei più diffusi era “i casteddi”, in cui i partecipanti costruivano castelli con le noccioline e cercavano di abbatterli con lanci precisi.

Per i più piccoli meno esperti nel lancio, c’erano alternative come “cila, cileddu”, che consisteva nel far rotolare le noccioline lungo una tavoletta inclinata. Un’altra variante coinvolgeva “’a fossitta”, dove i giocatori scavavano una buca nel terreno e cercavano di colpire una linea limite con le loro noccioline. Chi lanciava più vicino alla linea aveva il privilegio di iniziare il gioco, cercando di far entrare le noccioline nella buca per vincere il montepremi.

Così, tra risate e competizione, i bambini tornavano a casa con le tasche piene di noccioline, soddisfatti della giornata trascorsa a giocare e divertirsi in un modo che sarebbe molto bello che tornasse di moda oggi.