Ddl Nordio, gli avvocati: “Sull’abuso d’ufficio mera propaganda”
BOLOGNA – L’approvazione del Ddl Nordio continua a far discutere. Giampaolo Di Marco, segretario generale dell’Associazione nazionale forense (Anf), esprime pesanti critiche in merito, definendo la riforma una serie di "luci ed ombre".
"Attribuire un ruolo decisivo all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio è mera propaganda", afferma Di Marco. Secondo lui, questo reato aveva già un ruolo marginale e residuale nel sistema di repressione penale. Con il nuovo disegno di legge, recentemente approvato, quest’ultimo rischia di essere ulteriormente neutralizzato.
Di Marco sottolinea l’insufficienza dei "cosiddetti rimedi preventivi previsti dal legislatore", come i piani anticorruzione o la Direttiva europea 2019/1937. Quest’ultima, che riguarda la protezione di chi segnala violazioni delle norme, risulterebbe incapace di reprimere efficacemente le condotte abusive dei dipendenti pubblici.
Un aspetto positivo della riforma, secondo Di Marco, riguarda la tutela dei terzi estranei all’indagine. La nuova normativa introduce divieti di pubblicazione del contenuto delle intercettazioni che li riguardano, un passo avanti significativo nella protezione dei diritti individuali.
Tuttavia, il segretario generale dell’Anf esprime preoccupazioni riguardo al rinvio ai decreti ministeriali per l’individuazione delle modalità di archiviazione e conservazione delle captazioni acquisite durante il procedimento penale. "È insidioso", afferma, considerando che si tratta di una normativa di rango secondario.
Di Marco apprezza la decisione del legislatore di anticipare il contraddittorio prima dell’applicazione della misura custodiale di massimo rigore, nonché l’introduzione della decisione collegiale del Giudice della cautela.
In sintesi, la riforma Nordio viene accolta con riserve dagli avvocati. Se da una parte si riconoscono alcuni miglioramenti, dall’altra sono presenti criticità che rischiano di compromettere l’efficacia delle nuove misure, lasciando spazio a dubbi e incertezze nel sistema giudiziario italiano.