A Firenze gli Stati Generali dell’Animazione italiana: urgono investimenti per le piattaforme
FIRENZE – L’industria dell’animazione italiana si sta consolidando come una componente strategica nell’ambito dell’intrattenimento. Con le sue 60 aziende di produzione e i circa 6.000 dipendenti, il settore è in crescita, ma è evidente la necessità di maggiori investimenti per fare un ulteriore salto di qualità. Per questo, gli operatori del settore, forti dell’esperienza positiva del tax credit, sollecitano il Parlamento e il governo a introdurre l’obbligo per le piattaforme private di dedicare una sottoquota di investimenti all’animazione italiana.
Durante la seconda edizione degli Stati Generali dell’Animazione, tenutasi agli spazi di DogHead Animation nella Manifattura Tabacchi di Firenze, il messaggio è stato chiaro e condiviso. DogHead Animation, con i suoi 500 artisti, è già una realtà di punta, avendo realizzato serie animate di successo come quelle di Zerocalcare. Nel corso della giornata di lavori, si è consolidata l’alleanza tra Maria Carolina Terzi, presidente di Cartoon Italia, e Francesco Rutelli, presidente di Anica, associazione che rappresenta le industrie cinematografiche, audiovisive e digitali.
"L’obbligo di investimento e la sottoquota sono il nostro mantra, la nostra speranza di crescita" ha dichiarato Terzi. Ha sottolineato come la mancanza di queste misure rappresenti una crisi per il settore, che in Italia si regge quasi esclusivamente sul supporto della Rai, la quale finanzia le serie di animazione per bambini. "Solo con una sottoquota di almeno il 5%, possiamo sperare in una reale maturazione del settore".
A fare eco a Terzi, Francesco Rutelli ha ribadito: “Confidiamo che in Parlamento vengano recepite le istanze del mondo dell’animazione. È essenziale offrire alle imprese italiane incentivi competitivi per non farle emigrare o vendere all’estero. Il nostro obiettivo non è competere con i giganti di Hollywood, ma garantire uno sviluppo solido per le nostre aziende”.
I numeri illustrati agli Stati Generali sono emblematici: con un investimento di 10 milioni da parte delle piattaforme, il fatturato dell’animazione italiana potrebbe crescere del 43% in tre anni, creando oltre 1.100 nuovi posti di lavoro. Anche lo Stato ne beneficerebbe, con un ritorno di 24,6 milioni di euro. Questo modello virtuoso è già stato sperimentato con il tax credit, che ha mostrato un ritorno di 2,5 euro di spesa per ogni euro di agevolazione fiscale.
La sottosegretaria alla Cultura, Lucia Borgonzoni, ha confermato attraverso i suoi messaggi di saluto l’attenzione del governo al settore. La Rai, d’altra parte, rappresenta già un esempio positivo, rispettando e applicando la sottoquota di investimenti. “Speriamo che altre piattaforme e produttori seguano questo esempio, per stabilizzare e ampliare la collaborazione” ha dichiarato Luca Milano, direttore di Rai Kids.
La Rai, con i canali Rai YoYo e Rai Gulp, continua a investire e a sostenere la produzione di animazione italiana, dimostrando che "il talento italiano può competere con le migliori realtà internazionali". Milano ha espresso la speranza che anche i broadcaster privati e le piattaforme di streaming inizino a dare un contributo significativo all’animazione italiana, riconoscendone il valore e le potenzialità di crescita.