Il tema della sicurezza, che può avere declinazioni diametralmente opposte, deve essere affrontato seriamente, sottraendolo alla contesa politica e rendendolo centrale nell’azione collettiva. Non bastano strumenti straordinari in termini di ordine pubblico; è necessaria un’analisi approfondita della situazione attuale e delle sue cause. Il presidio del territorio è sicuramente importante, soprattutto in aree tristemente note alle cronache come via Maqueda, ma lo è anche l’assenza di un sistema di servizi di protezione e inclusione, che non può basarsi su interventi singoli e sporadici. Mancano i centri aggregativi o l’educativa di strada e, di conseguenza, le opportunità di aggregazione sana per i giovani, in particolare per i più vulnerabili e per i giovani migranti, spesso clandestinizzati da leggi inadeguate. Troppi ragazzi e ragazze nella nostra città hanno solo la strada a disposizione.
Mancano cura e prevenzione. L’escalation di violenza va affrontata alla radice, coinvolgendo operatori sociali e il mondo accademico per comprendere e agire efficacemente. Serve immediatamente una politica sistemica che risolva il problema alla base, non solo ne contenga gli effetti. Ieri, l’ennesimo episodio di violenza si è verificato a due passi dal luogo in cui si riunisce il Consiglio comunale, proprio durante una seduta. A dimostrazione della distanza siderale tra chi occupa i luoghi decisionali e chi vive nella città, il Consiglio comunale ha proseguito i suoi lavori come se nulla fosse. È urgente che la questione diventi prioritaria per Amministrazione e Consiglio comunale, riconoscendola come una responsabilità collettiva. Non possiamo lasciar correre come se nulla fosse o occuparcene solo a parole, come se riguardasse solo una parte della città che si può tenere sotto il tappeto come polvere, che poi sbuca fuori prepotente e cruenta.
Lo dichiara la consigliera comunale del Partito Democratico Mariangela Di Gangi.