Era il giugno del 2022 quando la 25enne Martina Patti ha ucciso la figlia Elena Del Pozzo di soli anni, colpendola con 11 coltellate e seppellendo il suo corpo nel campo di fronte casa a Mascalucia.
A due anni, la famiglia non si da ancora pace e alla sentenza del giudice, che ha stabilito 30 anni di carcere alla colpevole, risponde la zia paterna Martina Del Pozzo con una commovente e sincera lettera social.
Sul profilo di Martina Vanessa Del Pozzo si legge infatti che “Elena non è andata in prima elementare perché la sua mamma voleva farsi una nuova vita e non poteva più tenerla. Una mattina mi sono svegliata con Elena addosso e le ho detto ridendo: “Amore sto morendo di caldo non puoi dormire sopra di me”. Ci siamo vestite e le stavo facendo la mezzacoda, mi ha detto: “No bubu, la mamma non vuole che mi fai i capelli così perché si formano i nodi, fammi la treccia”. Le ho fatto la treccia e le ho detto: “La prossima volta che verrai a dormire da me non ti porto all’asilo, così ci svegliamo tardi”.
Lo ricorda bene quel terribile giorno, lei, che ama tutt’ora la nipote e che scrive in lacrime come “quella è stata l’ultima volta in cui l’ho vista. La sua mamma ci ha detto che andava a prenderla all’asilo, invece ha fatto finta di uscire a fare jogging e ha preso una pala per scavare una fossa. Poi e’ andata a prendere Ele e l’ha portata in un campo vicino casa, le ha messo dei sacchi in testa e l’ha accoltellata più di 11 volte, colpendo collo, orecchio e schiena. Chissà se in quel momento si è chiesta se si stessero formando dei nodi nei capelli di sua figlia! Poi ha telefonato al papà di Elena e gli ha detto che la bimba era stata rubata da tre uomini incappucciati, ha fatto di tutto per depistare le indagini, ha lottato contro tutti per un intero giorno e un’intera notte, nel frattempo il corpicino di Ele e’ rimasto fermo, al buio. Elena e’ morta. Non ci sono parole, non c’è conforto, non c’è giustificazione, non ci possono essere attenuanti, sè, ma… e’ morta, un mese prima di compiere 5 anni. Un PM per l’assassina di Elena ha chiesto 30 anni… La richiesta è stata accolta. Lo sapete perché succede? Perché la giustizia non è fatta da chi prova ogni giorno un dolore inimmaginabile, ma da chi questo dolore lo sconosce. Oggi ho di nuovo caldo, ma non mi sono svegliata con Elena addosso. Qualche sera immagino Elena nel bosco, come in un film horror, che prega la sua mamma di fermarsi. L’amore mio una volta ha toccato una spina e ha pianto disperatamente. Confrontate una spina con un coltello. Non so se Elena si sia chiesta perchè io non l’abbia salvata. Non so cosa ci sia stato in quei momenti nella sua testa, forse ha rivissuto i momenti più belli della sua vita, i cartoni animati, i giochi e il suo coniglietto Saro. Io non ero là a coprirle le spalle come in una delle nostre foto. E’ uscito il film di Luì e Sofì, ma Elena non andrà a vederlo perché e’ al cimitero.
Martina pensa la sua piccola Elena e prova a immaginare che “sicuramente se potesse mi chiederebbe: “Bubu ma la mia vita vale 30 anni?” “Sì amore, per qualcuno la tua vita vale 30 anni” “Ma anche se fossi stata la figlia di questo signore sarebbe forse stato lo stesso”? “No amore, se fossi stata sua figlia non sarebbe stato lo stesso”.
E conclude con rabbia sottolineando che “Io non ho paura di nessuno e di niente. Io non staró mai zitta. Io parlerò sempre fino a quando la morte arriverà anche per me”.