Madonna del Carmelo, un importante icona per i Catanesi
Catania è una città che celebra molti culti, religiosi e non e che mantiene salda la propria fede nelle sue tradizioni.
Sebbene il culto catanese principale è quello di Sant’Agata, seguito dalla Madonna Bambina di Ognina e dal coopatrono Sant’Euplio, a Catania esiste un altro culto molto sentito e ancora oggi festeggiato con devozione e fervida fede.
Si tratta della festa della Madonna del Carmelo, celebrata il 16 luglio, che riveste un significato profondo nella cultura religiosa della città etnea, nella quale la “Castellana” è venerata nella chiesa del Carmine, situata in piazza Carlo Alberto.
La denominazione “Madonna del Carmelo” o “Madonna del Monte Carmelo” è intrisa di simbolismo e misticismo e si ricollega tradizionalmente a un evento miracoloso avvenuto il 16 luglio 1251. In quell’occasione, la Madonna apparve al priore generale dell’ordine carmelitano Simone Stock sul Monte Carmelo, la collina in Palestina che aveva ospitato il profeta Elia dedicato alla preghiera, dove ricevette da Maria uno scapolare, un simbolo che avrebbe avuto un ruolo significativo nella devozione futura.
L’Ordine dei Carmelitani, fondato nel XII secolo durante le Crociate, ottenne l’approvazione da Papa Onorio III nel 1226. Il messaggio della Madonna del Carmelo si diffuse nel corso dei secoli, con un ulteriore evento del 1300 in cui la Vergine promise di liberare i confratelli dal Purgatorio a Giovanni XXII.
A Catania, l’Ordine dei Carmelitani ha radici profonde sin dal XIII secolo, quando fondarono il primo convento europeo a Messina. La chiesa del Carmine, inizialmente dedicata all’Annunziata, divenne nota come del Carmelo nel 1348. Distrutta dal terremoto del 1693, fu ricostruita a partire dal 1729, diventando santuario nel 1954 e basilica minore nel 1988. Oggi, continua a accogliere pellegrini provenienti da tutta la provincia etnea.
Il culto della Madonna del Carmelo è molto sentito a Catania ed è strettamente legato a quello altrettanto importante di Sant’Agata: sai perché? Continua a leggere e lo scoprirai.
La “Castellana” e la “Santuzza”, un intenso legame tutto catanese
Sono tantissimi i catanesi che, ogni anno, celebrano il culto della Madonna del Carmelo e sono altrettanti che, durante le festività agatine, si recano presso il Santuario in Piazza Carlo Alberto per assistere al tradizionale scambio floreale tra i carmelitani di Catania e la Santuzza.
Si tratta di un gesto carico di significato, che ogni anno sancisce e riconferma il saldo legame che tiene unite la Madonna la Madonna del Carmelo e Sant’Agata, la “Castellana” alla “Santuzza”.
Basti osservare che la figura della Madonna che detiene le chiavi di Catania, simboleggia insieme a Sant’Agata la regalità e la protezione della città. Questa connessione spirituale continua a prosperare, testimoniata dalla partecipazione fervente dei catanesi alla festa annuale della Madonna del Carmelo.
Il 4 febbraio di ogni anno, Catania si veste a festa per onorare la sua patrona, Sant’Agata e, durante la processione, il fercolo che porta la statua della Santuzza attraversa il cuore della città, passando anche davanti alla suggestiva chiesa del Carmine. Questo non è un semplice percorso casuale, ma un gesto che sottolinea il profondo legame tra Sant’Agata e la Madonna del Carmelo.
I carmelitani, membri dell’Ordine del Carmelo, hanno giocato un ruolo integrante nelle celebrazioni agatine e la loro presenza è ancora oggi molto evidente nella partecipazione attiva alla festa di Sant’Agata, sottolineando l’unità spirituale tra le due figure sacre.
La chiesa del Carmine è stata anche un luogo di accoglienza temporanea per il corpo di Sant’Agata, il che contribuisce a rendere questo luogo ancor più significativo nella tradizione catanese. Ed è per questo che, all’interno della chiesa del Carmine, è possibile trovare un altare dedicato a Sant’Agata, un luogo sacro che si crede ospiti la sua sepoltura e che rappresenta un ulteriore dettaglio che rafforza il legame tra la patrona di Catania e la Madonna del Carmelo.
Dettagli che fanno la differenza e che conferiscono nuovo valore alla cultura e alla fede dei catanesi.