Terremoto giudiziario a Venezia: arrestato l’assessore alla Mobilità, il sindaco Brugnaro indagato
Un vero e proprio colpo di scena scuote la Serenissima. Renato Boraso, assessore alla Mobilità del Comune di Venezia, è stato arrestato con l’accusa di corruzione. L’operazione, condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla Procura di Venezia, ha messo in luce un vasto giro di corruzione che coinvolge funzionari pubblici e imprenditori, inclusi nomi altisonanti dell’amministrazione locale.
Le indagini non si fermano qui: anche il sindaco e leader di Coraggio Italia, Luigi Brugnaro, è finito sotto la lente degli inquirenti. Il focus degli investigatori è rivolto alla controversa vendita dell’area dei Pili, una proprietà del primo cittadino. Di particolare interesse sono le trattative di vendita con l’imprenditore singaporiano Chiat Kwong Ching.
Complessivamente, i pubblici ministeri Roberto Terzo e Federica Baccaglini hanno richiesto misure cautelari per 17 persone. Oltre all’arresto di Boraso, anche l’imprenditore edile Fabrizio Ormenese è finito in manette, accusato di essere un pezzo fondamentale del mosaico corruttivo.
L’inchiesta è stata innescata dalle rivelazioni della trasmissione televisiva “Report” andata in onda a dicembre scorso. Durante quella puntata, Claudio Vanin, un imprenditore, aveva denunciato un incontro tra Brugnaro e Ching Chiat Kwong all’inizio del 2018. Durante tale incontro, i due avrebbero dovuto finalizzare l’acquisto dei Pili, terreni comprati da Brugnaro all’asta nel 2005 a prezzi stracciati. Tuttavia, Brugnaro avrebbe preteso da Kwong una cifra di 10 milioni di euro a fondo perduto come garanzia, una richiesta definita "non giustificata" dai magistrati.
Non solo l’area dei Pili è al centro delle indagini. Anche Palazzo Papadopoli e un parcheggio presso l’aeroporto Marco Polo sono sotto scrutinio. Boraso, in passato assessore al Patrimonio, avrebbe svalutato il valore di Palazzo Papadopoli da 14 a 10 milioni di euro per favorire sempre Ching Chiat Kwong. In cambio, avrebbe incassato 73.200 euro sotto forma di una consulenza alla Stella Consulting, società di proprietà di Boraso e della moglie. Gli inquirenti sostengono che tale consulenza non sia mai stata eseguita.
Un’altra operazione dubbiosa, risalente al 2015, riguarda il progetto Park 4.0, un parcheggio nei pressi dell’aeroporto Marco Polo. Boraso avrebbe ricevuto 80 mila euro dall’imprenditore Nievo Benetazzo in cambio di una modifica del piano regolatore e del suo sostegno per realizzare l’opera.
Le vicende di corruzione portate alla luce da questa inchiesta gettano ombre lunghe sull’amministrazione veneziana, portando a riflettere sulla trasparenza e l’etica nella gestione pubblica. I cittadini e le autorità attendono con ansia ulteriori sviluppi in questa intricata vicenda.