Perché i papà dimenticano più spesso i bambini in macchina?

Bambini Dimenticati in Macchina: Un Fenomeno Che Colpisce Più i Padri?

ROMA – Un’altra tragedia si è consumata a Venezia: una bambina è morta colpita da un colpo di calore, imprigionata nella macchina del padre. Questo evento doloroso riporta alla luce un drammatico fenomeno che, seppur raro, continua a verificarsi con inquietante regolarità. Non è la prima volta che accade: a luglio 2023 a Roma, nella Cecchignola, un papà carabiniere ha vissuto un’analoga tragedia, e nel 2019 un altro caso simile ha colpito una famiglia a Catania.

Secondo quanto riportato, dal 1998 ad oggi, in Italia dodici bambini sono morti in circostanze simili. Di questi, solo in tre casi si è trattato di madri. Tuttavia, non ci sono evidenze statistiche che dimostrino che siano gli uomini a dimenticarsi più frequentemente dei figli in auto. La psicoanalista Adelia Lucattini, ordinaria della Società Psicoanalitica Italiana, spiega: "Gli studi dimostrano che il 46% dei genitori che si dimenticano in modo totalmente non intenzionale del proprio bambino all’interno dell’auto sono coloro che accompagnano i figli all’asilo o a scuola".

Si verifica più frequentemente il giovedì e il venerdì, quando i genitori sono più stanchi e sovraccarichi. La stanchezza settimanale, combinata con la routine e il multitasking, può portare a momenti di disattenzione fatali. Il 54% dei bambini coinvolti in questi tragici episodi ha meno di due anni, un’età in cui dormono facilmente e non possono comunicare.

Un blackout improvviso, un vuoto di memoria temporaneo: così viene descritto il fenomeno dagli esperti. "Si tratta di una dissociazione con amnesia da sovraccarico emotivo e lavorativo", chiarisce la Lucattini. Genitori multitasking, spesso sotto stress e affetti da sindromi depressive latenti o non riconosciute, possono andare incontro a questi episodi di blackout psichico.

La prevenzione ha fatto passi avanti con l’introduzione del dispositivo di allarme sul seggiolino, reso obbligatorio dalla legge 117 del 2018 e dal decreto 122/2019, noto come ‘dl Seggiolino’. Questo dispositivo emette un segnale di allarme quando il guidatore lascia l’auto mentre il bambino è ancora a bordo. Tuttavia, la tecnologia da sola non basta. "Il sistema di allarme nel seggiolino del bambino però può non essere attivato per la convinzione consapevole e inconscia che a se stessi non può accadere di dimenticare il bambino o per distrazione," spiega Lucattini.

È necessario riconoscere i segnali di stress precoce per prevenire queste tragedie. Dimenticarsi le chiavi, trascurare di fare la spesa o di andare a prendere i figli a scuola possono essere segnali di allarme. Oscillazioni di memoria e la frequente stanchezza possono indicare un quadro di stress cronico e burnout. "Le conseguenze del sonno insufficiente e dello stress cronico possono includere amnesie e vuoti di memoria," avverte l’esperta.

"Un evento di questa portata è terribile per un genitore e può evolvere in un lutto complicato," sottolinea la Lucattini. La perdita di un figlio in queste circostanze può generare gravi forme di depressione e aumentare il rischio di suicidio. È fondamentale offrire supporto psicologico specialistico immediato ai genitori coinvolti, coinvolgendo, quando necessario, tutta la famiglia.

In conclusione, il fenomeno dei bambini dimenticati in macchina è una tragedia che richiede attenzione e prevenzione. La combinazione di dispositivi tecnologici, riconoscimento dei segnali di stress e supporto psicologico può contribuire a prevenire questi eventi drammatici e proteggere i più piccoli.

Prevenire significa saper cogliere i segnali di stress cronico e intervenire tempestivamente. La consapevolezza e l’attenzione quotidiana sono le prime armi per evitare che queste tragedie si ripetano.