Bangladesh: Violente proteste per il lavoro fanno più di 150 morti e 500 arresti
Dacca – La situazione in Bangladesh è drammatica. Le violente proteste scatenate dal sistema delle quote nell’assegnazione dei posti di lavoro nel settore pubblico hanno provocato oltre 150 morti e più di 500 arresti. La maggior parte delle vittime e degli arrestati sono studenti universitari, che sono scesi in piazza per chiedere un cambiamento radicale delle politiche occupazionali.
Le proteste sono nate dalla crescente insoddisfazione per il sistema di quote che privilegia alcune categorie, come familiari di ex veterani ed esponenti di minoranze, nell’ottenimento di posizioni nel settore pubblico. Questo sistema è visto da molti come ingiusto e discriminatorio, creando forti tensioni sociali.
Solo ieri, la Corte Suprema del Paese ha stabilito che questo sistema di quote deve essere rivisto. Attualmente, ai familiari dei veterani è riservato un terzo dei posti di lavoro; una percentuale che, secondo i giudici, dovrebbe essere ridotta al cinque per cento.
Nell’ultima settimana, le manifestazioni sono diventate sempre più violente e hanno anche preso di mira il governo di Sheikh Hasina. La prima ministra, al potere da 15 anni con il suo partito Awami League, è accusata di non aver affrontato in modo efficace le tante problematiche del Paese. Le recenti elezioni legislative, tenutesi a gennaio, sono state boicottate dal principale partito di opposizione, il Bangladesh Nationalist Party (Bnp), aggravando ulteriormente la crisi politica.
Faruk Hossain, portavoce della polizia di Dacca, ha confermato che tra gli arrestati ci sono anche esponenti del Bnp. Questo dato indica che le autorità stanno mirando non solo a sedare le proteste, ma anche a colpire l’opposizione politica.
Le tensioni attuali riflettono un malessere profondo nella società bangladese, dove una crescente parte della popolazione si sente esclusa dalle opportunità di sviluppo e progresso. L’ineguale distribuzione delle risorse e le politiche discriminatorie stanno alimentando un clima di frustrazione e rabbia.
Mentre il mondo resta a guardare, il Bangladesh è chiamato a confrontarsi con una crisi che necessita di risposte urgenti e soluzioni durature. La revisione del sistema delle quote potrebbe essere un primo passo, ma sarà necessario un impegno costante per ristabilire la fiducia nelle istituzioni e garantire un futuro più equo per tutti i cittadini.